di Marco Di Salvo
“Ti muovi sulla destra poi sulla sinistra
Resti immobile sul centro
Provi a fare un giro su te stesso, un giro su te stesso
You miss me and I miss you
Fingi di riandare avanti con un salto
Poi a sinistra con la finta che stai andando a destra
Che stai andando a destra
You miss me and I miss you
Poi si aggiungono i pensieri
Con un movimento indipendente dalla testa, dalle gambe
Con un movimento dissociato dalla testa, dalle gambe”
Manlio Sgalambro/Franco Battiato – Il ballo del potere
Ah, che belli i fine settimana impegnati! Che si tratti di una vecchia stazione ristrutturata in pieno centro di Firenze come fino a pochi mesi fa o gli spazi delle ex officine H di Ivrea è tutto un fluire di idee geniali, lanciate verso il futuro prossimo e remoto. E quanta gente, che folle, che attenzioni.
Tutti, relatori e ospiti, ben selezionati e, anche tra il pubblico, tanta gente che conta (o vorrebbe farlo). Tutto bene, quindi. Forse sì, ma chi osserva non può che notare qualche difetto, di forma oltre che di sostanza.Dietro il paravento dei maxischermi e dei relatori di settore (sempre precisi, sempre chiari, sempre con l’atteggiamento di chi se avesse in mano il timone in cinque minuti risolverebbe ogni cosa), quello che interessa alle platee è il ballo. Il ballo del potere che, pur cambiando soggetti, pare muoversi sugli stessi spartiti.
E lo si coglie dal modo in cui vengono accolti alcuni interventi rispetto ad altri. Gli applausi sanno di politique politicienne, di desiderio di contare, dell’illusione di farlo già (è ancora presto, non vi accorgete?), di voglia di abusare, a poco a poco, del potere a disposizione. E, in controluce, chi già ne ha viste alcune, come chi scrive, rivede i soliti passi, di un ballo iscritto nelle cose, che son poi quelle del potere. Che chi ha, guida e non balla e chi balla, si illude di avere.
https://www.youtube.com/watch?v=kDAJDNP6yUg