di Giovanni Crisafulli
I tecnici della Marina Militare stanno cercando di ricostruire la dinamica del mancato appontaggio sulla nave Borsini dell’elicottero SH 212, finito in fondo al Mediterraneo, che è costata la vita il Capo di prima classe Andrea Fazio. L’incidente è avvenuto nella notte di giovedì scorso (5 aprile), nel corso di una attività addestrativa. I cinque militari che si trovavano a bordo del velivolo sono stati prontamente recuperati dai mezzi della nave. Quattro di loro sono in buone condizioni, mentre Andrea Fazio, recuperato in stato di incoscienza, è deceduto a bordo della “Nave Comandante Borsini” mentre si tentava di rianimarlo.
La nave “Borsini”, che ha base nel porto di Augusta, è attualmente impegnata nell’operazione “Mare Sicuro” nel Mediterraneo centrale: è unità della classe Comandanti fra le prime nella Marina Militare ad essere costruite con carena, scafo e sovrastruttura realizzati con caratteristiche stealth. La poppa, a specchio, ha un ponte di volo con hangar telescopico per un elicottero AB 212 in versione ASW. Secondo la ricostruzione fornita dalla Marina militare, l’elicottero è caduto in mare “in fase di appontaggio notturno a termine di una missione addestrativa programmata. La missione era in assetto Night Vision Googles, cioè con l’utilizzo di visori notturni, e vi partecipavano anche due tiratori scelti della Brigata Marina San Marco. Sempre secondo la ricostruzione della Marina Militare, appena ammarato, l’elicottero si è rovesciato su un fianco; i due piloti e i due fucilieri della Brigata San Marco sono riusciti ad uscire dall’elicottero mentre il capo di prima Classe Andrea Fazio è stato recuperato ancora dentro l’abitacolo dagli operatori subacquei di nave Borsini subito intervenuti.
Andrea Fazio, 40 anni il prossimo novembre, era nativo di Augusta e da dodici anni era in servizio al comparto volo della Marina Militare di stanza a Catania nella base elicotteri 2 di Maristaeli e viene ricordato dai colleghi come un esperto e apprezzato operatore di volo, con una solida preparazione professionale e un vasta esperienza sugli elicotteri della Marina Militare:
L’Operazione “Mare Sicuro”, alla quale prende parte il pattugliatore “Nave Comandante Borsini”, è stata avviata il 12 marzo 2015 a seguito dell’evolversi della crisi libica: da 2016 prevede il dispiegamento di un dispositivo aeronavale per garantire attività di presenza, sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale e nello Stretto di Sicilia, in applicazione della legislazione nazionale e degli accordi internazionali vigenti”. E ciò spiega anche la presenza a bordo del pattugliatore dei fucilieri della Brigata San Marco. Sono assegnati all’Operazione “Mare sicuro” 6 mezzi navali, impiegati prevalentemente nelle attività di presenza e sorveglianza in Mediterraneo Centrale, ed un’Unità navale ausiliaria impiegata per il supporto alla Guardia Costiera e Marina Militare libiche. Le unità d’altura incluse nel dispositivo aeronavale operano in un’area di mare di circa 160.000 km quadrati, situata nel Mediterraneo centrale, che si estende al di fuori dalle acque territoriali di stati terzi ed è delimitata a sud dal limite delle acque territoriali libiche.