Si è tenuto ieri mattina nel Comune di Adrano, sotto Palazzo Bianchi, il sit in di protesta promosso dalla LAV (lega anti vivisezione) sede di Catania con la partecipazione dell’ENPA (ente nazionale protezione animali) sede di Adrano. La protesta portata avanti riguarda il mancato rispetto di numerosi punti contenuti nel Regolamento Comunale sulla tutela degli animali e prevenzione randagismo con particolare attenzione al previsto sostegno alimentare che il Comune di Adrano avrebbe dovuto fornire ai Tutor di zona. Sembrerebbe infatti che ai privati che si sono offerti di diventare tutor di uno o più cani randagi, sia stato previsto già nel 2015 tramite delibera del Consiglio Comunale il diritto di usufruire di una serie di aiuti per il mantenimento degli animali accuditi, ciò nonostante non sempre tali agevolazioni sono arrivate ai destinatari.
Ma in cosa consiste la figura del Tutor? La definizione è da ricercarsi proprio nella legge regionale 15/2000 che ricordiamo stabilisce l’istituzione dell’anagrafe canina e le norme per la tutela degli animali affezione e la prevenzione del randagismo. Precisamente all’articolo 15 comma 7 viene menzionata l’importante figura in questione: “Sono rimessi in libertà, previa sterilizzazione, identificazione ed iscrizione all’anagrafe come cani sprovvisti di proprietario, i cani catturati che vivono in caseggiati, quartieri o rioni, qualora cittadini residenti nel medesimo caseggiato, quartiere o rione ne facciano richiesta al comune purché i cani siano di indole docile e le loro condizioni generali e di salute lo consentano”. Viene dunque individuato come tutor il semplice cittadino che si presta come referente nei confronti della comunità per quanto riguarda le condizioni di salute e l’alimentazione di un cane docile rimesso in libertà. Il tutor non è responsabile delle azioni del cane ma ha “l’onere morale” di avvertire associazioni animaliste e Polizia Municipale di eventuali maltrattamenti subiti dall’animale o situazioni di sofferenza in cui lo stesso versi nonché assicurarsi che cibo e acqua non vengano a mancargli.
Chiarito il ruolo del tutor ed il compito a cui il privato assolve nell’interesse della collettività oltre che per amore dell’animale. Il Sindaco e l’UDA (ufficio diritti animali) dovrebbero ora chiarire invece che tipo di sostegno è stato fornito (soprattutto se lo è stato) ai cittadini che si sono offerti di occuparsi dei cani del Comune.
Ad infervorare gli animi dei volontari sono state anche le parole pronunciate dall’Ispettore superiore del corpo di Polizia Municipale di Adrano, Giuseppe Gullotta, durante un noto programma televisivo locale. Veniva pubblicata il 31 marzo 2017, su una conosciuta piattaforma web, una puntata della trasmissione adranita “Incontri” che vedeva l’Ispettore Gullotta come ospite del programma incentrato in tale occasione proprio sul tema del randagismo. Veniva riferita da Gullotta l’esistenza di un numero esiguo di animali ricoverati tra il canile sanitario di Zafferana Etnea e la struttura privata di zona, mentre ben 162 cani microchippati a nome del Comune di Adrano venivano dichiarati affidati alle cure di 122 diversi tutor. Gullotta manifestava inoltre la volontà da parte delle Istituzioni di far uscire anche gli altri cani ricoverati in canile in virtù del numero sempre crescente di volontari e aspiranti tutor candidati in apposite liste. Richiamando proprio il Regolamento Comunale deliberato nel Marzo 2015, lo stesso Ispettore sottolineava la previsione di una serie di aiuti economici rivolti ai tutor da realizzarsi attraverso la fornitura di mangime, vaccini e visite mediche per gli animali a spese del Comune.
Il numero di cani affidati alla supervisione dei tutor, 162 come dichiarato dall’ispettore, equivale per Adrano ad un risparmio monetario quantificato in euro 200.000 circa ogni anno se teniamo conto che la tariffa minima per la degenza giornaliera di un solo animale in canile è di euro 3,50. Ma nemmeno la previsione di un risparmio di tali proporzioni è servito a spingere l’amministrazione e l’UDA a sostenere con degli aiuti alimentari i volontari/tutor.
Nella mattinata di ieri, al richiamo lanciato dalla LAV tramite la pubblicizzazione di un evento su Facebook, in pochissimi sono stati i tutor che si sono presentati, solo 5 su 121 menzionati; 2 di loro lamentavano di aver ricevuto qualche fornitura di mangime negli anni passati in maniera non continuativa (fornitura non più corrisposta) mentre uno non era mai stato informato di tale possibilità. Un centinaio e passa le persone restanti delle quali non si ha traccia, eppure si tratta di un piccolo comune siciliano dove la gente di norma si conosce, dove soprattutto gli amanti degli animali fanno rete sui social condividendo appelli di adozione e notizie varie di comune interesse al mondo animalista.
“Tante le istanze e le richieste di accesso agli atti avanzate al Comune alle quali non è mai giunta risposta” afferma Angelica Petrina, responsabile della sede LAV di Catania, che sottolinea come le associazioni di categoria abbiano diritto ad accedere a queste informazioni ed in particolare all’elenco dei Tutor in territorio comunale. Di conseguenza risulta tutt’oggi difficile comprendere quanti cittadini-tutori risultino realmente censiti nelle liste possedute e dal Comune di Adrano e molto probabilmente anche dall’UDA, non conoscendone l’identità risulta praticamente impossibile per i volontari constatare se il Comune ha ottemperato ai suoi doveri fornendo i tanto celebrati aiuti economici. Amareggiate le parole dei 5 tutor presenti “siamo stanchi di mantenere i cani di proprietà del Comune”, mentre svariati cartelloni affissi all’entrata di Palazzo Bianchi mostravano un incisivo sentimento di sfiducia nei confronti di un’amministrazione accusata di essere “miope” e di aver fallito nella gestione delle attività di contrasto all’abbandono.
Significativo il gesto di Salvo La Rosa, responsabile della sede ENPA di Adrano, che prima di sciogliere l’incontro ha diviso con i tutor presenti alcune delle scorte di mangime destinate ai randagi di cui si occupa la sua associazione: “intanto condividiamo quello che abbiamo, poi in qualche maniera ci verremo sempre in aiuto” sono state le sue incoraggianti parole che anche la LAV ha apprezzato come si nota dalla foto che ritrae la calorosa stretta di mano tra i 2 responsabili.
Eppure una cosa è certa, esaminando il tanto discusso e richiamato Regolamento Comunale sulla tutela degli animali e prevenzione randagismo si nota subito come in diversi punti si parli proprio di interventi comunali per il sostegno alimentare e medico dei randagi, aiuti destinati ai volontari che si occupano dei cani adraniti. E allora riportando qualcuno degli articoli in questione e magari evidenziandolo, chissà se l’amministrazione (accusata di “miopia” anche nei confronti del Regolamento) non riesca finalmente a mettere a fuoco ciò che loro stessi in seduta consiliare hanno stabilito di comune accordo:
- Articolo 9 – Titolo “Rifugi per il ricovero” – punto 1 – Il Comune assicura il ricovero, la custodia ed il mantenimento dei cani randagi e/o vaganti, presso il canile comunale e/o le associazioni convenzionate o presso privati.
- Articolo 15 – Titolo “ Cane di Quartiere” – punto 9 – il Comune provvederà all’acquisto di cibo e medicine per i cani di quartiere in modo da non fare pesare economicamente il costo ai tutor.