“Ciò che non si vede mai”, ultima fatica di Davide Vinciguerra

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di Nello Cristaudo

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Ciò che non si vede mai”, ultima fatica di Davide Vinciguerra edito da Gedi gruppo editoriale s.p.a. , è un libro che, dividendosi in tre sezione, presenta una veste nuova ed al contempo originale. Nasce dall’esigenza dell’autore di raccogliere, in un unico volumetto, i pensieri, le poesie e le novelle che nel tempo gli sono balzati alla mente. Inoltre, il testo è arricchito da pensieri ed aforismi, degni di nota, di filosofi ed autori vari che,  in un certo qual senso, lo rendono speciale non appesantendolo ed alimentando l’interesse del lettore facendo si che lo legga tutto di un fiato.  Il libro del Vinciguerra, oltre a ciò, ha un fine benefico ovvero quello che le vendite saranno devolute ad un organismo  per dare un po’ di serenità a chi è più svantaggiato o soffre per le malattie.

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Davide Vinciguerra, medico, 52 anni, specialista in chirurgia cardiaca e vascolare, responsabile dell’attività terapeutica di flebologia laser dell’ospedale Ferrarotto, è la prima volta che si cimenta nella stesura di un testo. Per lui, confrontarsi con la scrittura, significa intraprendere qualcosa di nuovo, iniziare un percorso che estrapoli i sentimenti racchiusi dentro donandoli agli altri, per regalare ai lettori un momento di riflessione sugli eventi della vita, in sostanza   per dirla con il titolo del suo libro, far emergere ciò che non si vede.

Seguendo un po’ la filosofia di khalil Gibran, che fra l’altro ha ispirato, con il suo pensiero, il titolo del libro, l’autore tenta, con uno stile tutto suo, di ricomporre le grandi questioni che da sempre hanno impegnato l’uomo: la frattura esistente tra noi e Dio. Sin dalle prime battute appare ben chiaro  quando nell’individuo bene e male, perfezione e imperfezione, piccoli sentimenti e grandi passioni riescono a convivere, ecco che nella coincidenza degli opposti si manifestano saggezza, perfezione e felicità. L’autore  parla per immagini ricorrendo a un mondo simbolico dai mille significati, che per la sua universalità sollecita l’uomo.
La cosa bella di questo testo è che quasi tutte le tematiche trattate racchiudono in sé scorci e dimensioni della vita, della quotidianità. Le risposte vibrano nel cuore e toccano l’animo come corde di violino senza però lasciar trasparire nessun credo religioso preciso.
I temi del vivere quotidiano trattati nel libro sono tanti, come l’Amore che è il leit motiv della scrittura dell’autore. Per Vinciguerra è fondamentale scegliere le parole e il tono giusto per captare l’attenzione del lettore.  Infatti bastano poche pagine per rendersi conto che i personaggi e l’ambientazione del romanzo hanno una forte valenza metaforica che evoca l’universo e i valori.

Un libro che dà inizio a un universo parallelo, un universo che risponde a regole diverse rispetto a quelle a cui siamo abituati. Una narrazione che, per riscuotere attenzione, non deve essere necessariamente brutale, non deve trascinare a forza il lettore nel nostro universo, ma può farlo con cautela e sensibilità ed il libro di Vinciguerra riesce appieno in ciò.

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