di Marco Di Salvo
Anche oggi l’editoriale di commento a ciò che sta succedendo nella politica italiana preferiamo farlo scrivere a chi non c’è più, ma che, quando c’era, aveva dimostrato di aver capito molto, se non tutto, anche del futuro. E senza bisogno di conoscere personalmente i vari protagonisti della politica odierna…
“Cercando col muso tra i resti di un carro di carnevale, l’asino scoprì una enorme testa di leone: vi infilò dentro la sua e, mezzo accecato da quella testa di cartapesta che intorno alla sua si muoveva come un cappello in cima a un bastone, uscì per i campi ragliando di gioia.
Galoppando, entrò in mezzo a un gregge tranquillo, arruffandolo di spavento e di confusione. Subito però il castrato più anziano capì di che si trattava. “Sei il signore di noi tutti” belò; “disponi di noi come vuoi”.
L’asino accettò l’omaggio con altissimo raglio. E un agnellino osservò allora al castrato: “Ma è soltanto un asino”. E il castrato: “Stupido, lo so bene che è un asino. Bisogna però trattarlo come un leone, se non vuoi che i suoi calci ti piovano sulla schiena. Quando il padrone verrà a riprenderlo, sapremo come chiamarlo”.
Leonardo Sciascia – Ma è soltanto un asino tratto da Favole della dittatura
Insomma un grecista, un leghista-statista e uno staminalista. C’era una volta il Regno di Napoli e Sicilia e poi arrivarono Garibaldi, bixio e i piemontesi e tutto finì.