Sentiamo il dovere di segnalare al Presidente della Camera di Commercio del Sud Est, dott. Pietro Agen, una delicata questione, quella delle nuove sanzioni alle Cooperative, convinti che sia sfuggita alla sua attenzione.
Con il comma 936 dell’art. unico della legge 27 dicembre 2017, n. 205, in vigore dal 1° gennaio 2018, si modificano alcune disposizioni codicistiche in materia di composizione dell’organo amministrativo delle società cooperative. Viene, infatti, introdotto, dopo il primo comma dell’art. 2542 c.c., un nuovo comma «L’amministrazione della società è affidata ad un organo collegiale formato da almeno tre soggetti …». Si tratta di modifiche, volte a contrastare il fenomeno delle c.d. “false cooperative”, con cui, da un lato, si esclude definitivamente la possibilità di ricorrere all’amministratore unico e, dall’altro lato, estendendo a tutte le cooperative la regola della durata massima della nomina a tre esercizi, si impedisce che vi siano amministratori senza scadenza di mandato.
La legge però, non stabilisce un termine entro il quale le società debbono adeguare gli statuti.
Secondo lo studio del Consiglio Nazionale del Notariato (studio 9-2018) diffuso il 20 gennaio 2018 vengono date alcune indicazioni, quali: di convocare l’assemblea senza indugio fissando la riunione entro i termini per l’approvazione di bilancio. Così, molte cooperative convocano le assemblee nel mese di febbraio e oltre.
Ad aprile partono le prime pec di sanzione da parte della CCIAA di Catania, con applicazione di una ammenda di euro 2064 per ogni amministratore che non ha correttamente adempiuto nel termine di 30 giorni, cioè non ha convocato l’assemblea con data entro il 31 gennaio 2018.
Appare “artificioso” dopo tre mesi interpretare una norma e applicare in maniera meccanica le sanzioni: perché la CCIAA non ha inviato una informativa che ricordava il nuovo adempimento con scadenza 31 gennaio?
Naturalmente questa pec sarebbe dovuta partire almeno 10 giorni prima del 31 gennaio, per dare il tempo di convocare l’assemblea entro il 31/1.
A gennaio tutta la pubblicistica era confusa, compreso un importante laboratorio normativo come il centro studi del Consiglio Nazionale del Notariato che aveva diffuso una interpretazione, che dava spazio ad un termine più lungo.
Ed ora cosa fa la CCIAA di Catania (unica in Italia) per sostenere l’economia del territorio? Applica sanzioni durissime per aver tardato di qualche giorno la convocazione di un’assemblea nel silenzio della legge.
Queste disposizioni non sembrano corrispondere al cambiamento preannunciato dal Presidente Pietro Agen, così come non sembra corrispondere all’intendimento di aiutare le imprese, proprio nel momento in cui la crisi di vari settori operativi si accentua.
Una Camera di Commercio consapevole dell’attuale situazione avrebbe dovuto informare per tempo del nuovo adempimento cercando e sollecitando un rapporto di dialogo e collaborazione fattiva: per ottenere i corretti risultati non avrebbe dovuto infierire contro i più deboli. (terzo settore). E’ per questo motivo – almeno sino a prova contraria – che riteniamo che al Presidente Agen questa delicata questione sia sfuggita: se così è – come noi ci auguriamo – sarebbe opportuno e urgente “aprire” un dialogo costruttivo con le Cooperative e rimettere le cose nella loro giusta collocazione. Sempre che si voglia operare per lo sviluppo del territorio fattivamente e non con enunciazioni che si perdono nel tempo.
Dott. Mirco Arcangeli Commercialista in Catania