di Gianfranco Crisafulli
Da una elezione all’altra domani 10 giugno quasi sette milioni di Italiani (per l’esattezza 6.749.654 su una popolazione di 7.712.776) sono chiamati alle urne per rinnovare le amministrazioni di 761 Comuni. In Sicilia sono quasi due milioni (precisamente 1.772.302) i votanti che devono decidere come cambiare il governo di 137 Comuni, fra i quali cinque capoluoghi, Catania, Messina, Siracusa, Ragusa e Trapani. Eventuali turni di ballottaggio si svolgeranno domenica 24 giugno.
Con particolare attenzione si guarda a ciò che può accadere in Sicilia, una regione considerata da sempre “laboratorio” sperimentale, dove le alleanze in tante precedenti consultazioni non hanno seguito i “normali” iter e canoni della politica nazionale: un test elettorale, qualunque esso sia, che viene ritenuto già significativo dopo la conclusione delle elezioni nazionali del 4 marzo scorso, e dopo la formazione del nuovo Governo che ha segnato principalmente lo scombussolamento del Centrodestra con la fuga in avanti della Lega di Matteo Salvini.
Classe dirigente politica nel suo complesso divisa nelle varie compagini, da destra a sinistra, fanno bella mostra le Liste civiche che non hanno voluto seguire le etichettature tradizionali, la “coloritura” politica dei candidati nota nelle singole comunità locali.
A Catania il Centrodestra si pone compatto attorno al candidato sindaco Salvo Pogliese che contrasta il sindaco uscente Enzo Bianco appoggiato da sei liste dove non compare il simbolo del PD. Aspiranti alla poltrona di sindaco del capoluogo etneo altri 3 candidati: il M5S punta su Giovanni Grasso, maestro d’orchestra e insegnante di teoria e tecnica dell’interpretazione scenica all’istituto musicale “Vincenzo Bellini”, Emiliano Abramo, presidente regionale della Comunità di Sant’Egidio, Riccardo Pellegrino, con la lista “Un cuore per Catania”.
A Messina sono sette gli aspiranti sindaci: l’uscente Renato Accorinti, indipendente, no global e contro il Ponte sullo Stretto, per il Centrodestra Dino Bramanti direttore scientifico dell’Irccs neurolesi Bonino-Pulejo, per un Centrosinistra compatto Antonio Saitta, Cateno De Luca, deputato regionale di Sicilia Vera, ex sindaco di Fiumedinisi e Santa Teresa Riva, Pippo Trischitta, avvocato, Emilia Barrile, presidente del consiglio comunale uscente, per il M5S Gaetano Sciacca ex ingegnere capo del Genio Civile.
A Siracusa sette candidati: non è sceso in campo il sindaco uscente il renziano Giancarlo Garozzo, renziano che ha passato la mano al suo vice, Francesco Italia, imprenditore, che però non si presenta con il simbolo del Pd, con il Partuito Democratico si presenta Fabio Moschella, ex assessore della giunta Garozzo, Centrodestra su “due piani”con l’avvocato Ezechia Paolo Reale (
con l’avvocato l’avvocato Giovanni Randazzo (sostenuto da Forza Italia, Udc e Fratelli d’Italia) e Fabio Granata, ex vice presidente della commissione Antimafia ed ex parlamentare nazionale, l’avvocato Giovanni Randazzo, sostenuto dagli ambientalisti di sinistra, con la Lega Francesco Midolo, agente di calciatori ed ex assessore di Forza Italia.
A Ragusa sette candidati a sindaco: con il M5S Antonio Tringali, presidente del Consiglio comunale uscente, tre candidati di area Centrodestra, Maurizio Tumino, Sonia Migliore, Peppe Cassì, Peppe Calabrese per il PD, area centrosinistra, l’ex sindaco Giorgio Massari, insegnante, fuoriuscito dal Pd, Carmelo Ialacqua con la lista Città futura.
A Trapani cinque candidati a sindaco: con il PD Giacomo Tranchida, già sindaco a Valderice ed Erice, Bartolo Giglio, imprenditore agricolo originario di Salemi per la Lega, Vito Galluffo, avvocato penalista per Forza Italia e Liste civiche, Giuseppe Mazzonello architetto per il M5S, Peppe Bologna per una Lista civica.
Come può notarsi, un arcipelago di Liste civiche e di “ex” che si ripropongono alla valutazione delle collettività.