di Luigi Asero
Come ricordato già ieri, questa seconda domenica di giugno è un importante test elettorale per tanti comuni italiani: 761 in totale in Italia, ben 137 solo in Sicilia fra cui i cinque capoluoghi di provincia Catania, Messina, Ragusa, Siracusa, Trapani. Non sono pochi i capoluoghi italiani di notevole importanza fra cui Brindisi, Pisa, Brescia, ma anche Sondrio, Avellino e Siena. Ben nove le regioni coinvolte insieme alla Sicilia abbiamo infatti Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Puglia, Lazio e Campania.
Un voto certamente influenzato dalle vicende politiche post 4 marzo, dalle polemiche post nuovo governo, dalla sin troppo accesa competizione elettorale che pare non volersi placare. Con troppi commentatori forse coinvolti anche emotivamente in quella che dovrebbe invece essere soltanto “cronaca politica”, lasciando polemiche e scontri ai singoli protagonisti della effettiva vita politica.
In Sicilia sono chiamati al voto circa un milione e settecentomila elettori. Nei Comuni con popolazione inferiore a 15 mila abitanti si applica il maggioritario con turno secco senza, quindi, il ballottaggio. Nei diciannove Comuni con popolazione superiore a 15 mila abitanti si applica invece il sistema proporzionale con premio di maggioranza.
Come riporta il sito della Regione Siciliana: “La l.r. n. 6 del 05-04-2011 e la l.r. n. 8 del 10-04-2013, hanno introdotto alcune sostanziali modifiche al sistema elettorale riguardanti le modalità di espressione del voto per l’elezione del sindaco, la rappresentanza di genere, l’attribuzione del premio di maggioranza, l’elezione del consiglio circoscrizionale e del suo presidente, la rappresentanza e la doppia preferenza di genere, elementi tutti che hanno inciso, in particolare, sulla manifestazione di voto.
Inoltre, la l. r. n.17 del 11 agosto 2016, nell’apportare ulteriori modifiche ed integrazioni alla legge regionale 15-09-1997, n. 35, ha inciso sulle disposizioni in materia di elezione del sindaco e del consiglio comunale, del presidente del consiglio circoscrizionale, di cessazione degli organi comunali, ha esteso il sistema maggioritario ai comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti, ha modificato le norme in materia di composizione del consiglio comunale ed ha reintrodotto il c.d. “effetto trascinamento”, per cui il voto espresso per la lista si estende al candidato sindaco, ma non viceversa.
Pertanto, nelle modalità di espressione di voto, assumono particolare rilievo il richiamato “effetto trascinamento”, la possibilità del voto disgiunto, che rende libero l’elettore di votare separatamente per un candidato sindaco e per una lista a questo non collegata, la possibilità di esprimere sino ad un massimo di due preferenze per i candidati al consiglio comunale, nel rispetto della rappresentanza di genere.
Il principio dell’equilibrio dei generi si realizza quindi attraverso le disposizioni che prevedono la possibilità di esprimere la doppia preferenza, purchè per candidati di genere diverso tra loro, appartenenti alla stessa lista. Con tali norme viene sancito l’annullamento della seconda preferenza eventualmente espressa dall’elettore, nel caso in cui le due preferenze si riferiscano entrambe a candidati dello stesso genere.
Con riferimento alla possibilità di esprimere sino ad un massimo di due preferenze, si precisa che, qualora le preferenze espresse per i candidati della stessa lista, anche se di genere diverso ed appartenenti alla medesima lista, siano più di due, vengono ritenuti nulli i voti ai candidati, mentre si convalidano i voti per la sola lista.
La preferenza verso una delle liste che concorrono alla competizione può anche essere espressa dall’elettore scrivendo il nome ed il cognome o solo quest’ultimo, sulle apposite righe poste a fianco del contrassegno, di uno o due candidati al consiglio comunale appartenenti alla stessa lista, una di genere maschile e l’altra di genere femminile, qualora esprime due preferenze, pena la nullità della seconda preferenza, senza necessità, in questa ipotesi di tracciare un segno sul simbolo della lista.”
Alle ore 12 l’affluenza a Catania è stata del 15,33% contro il 12,04 delle precedenti con un incremento del 3,29%.