di Mirco Arcangeli
Già da tempo è iniziata la corsa per salire sul carro del nuovo ordine costituito. Come spesso succede i giornali ed i giornalisti sono i primi a sgomitare. Inutile elencare nomi, basti per tutti ricordare “l’invisibile” destituzione del direttore Barbano da Il Mattino.
Ma non mancano imprenditori, sindacalisti, professionisti, intellettuali. Sì è così, e sarà sempre così. Il potere è una calamita che attira, e che di certo tende ad allineare tutti, per non perdere potere e privilegi, o per farne sognare di nuovi. Qualsiasi sia l’intenzione di chi governa, qualsiasi sia l’orientamento politico, si deve salire sul carro per poter proteggere meglio la propria “casta”.
Ecco allora che la nebbia scende sul campo politico, che l’obiettività delle opinioni viene condizionata da punti di vista con troppe poche sfumature di grigio, dove i titoli fanno opinione e i contenuti restano vuoti di analisi, sostenuti inoltre da un sistema d’informazione “social” basato su chi grida di più, magari usando fake.
Tutto ciò appartiene ad un sistema di relazioni sicuramente possibile e democraticamente valido, poiché nel nostro Paese siamo “liberi” di appartenere a qualsiasi orientamento politico, di opinione e di religione, quindi è assolutamente lecito salire sul carro del nuovo ordine costituito. Nessuno ha il diritto di contestarlo oltre modo, ci penserà la “satira” a ridicolizzarne gli atteggiamenti, per fortuna.
Quello che però forse non è accettabile e che si fatica a condividere, è il bavaglio all’opposizione, è l’attacco a chi contesta il volere del nuovo ordine costituito.
Ma la questione non potrebbe essere molto più semplice?
Chi deve governare, che governi. Chi vuole sostenere il nuovo ordine costituito, lo sostenga con analisi e dimostrazioni.
Chi vuole opporsi, contesti pure i propositi, ma con dimostrazioni che sostengano l’impatto negativo di questi ultimi.
È nel merito dell’uno e dell’altro che si dovrà concentrare il dibattito per trovare la giusta via. Il valore di un’opposizione sta nel controbilanciare gli effetti di un potere costituito che potrebbe deragliare verso l’ordine “unico”, ma per un’opposizione che sia degna del suo nome, non si può sicuramente intendere la scandalosa e indegna azione vissuta negli ultimi anni da chi, in ragione di una democrazia, ha demonizzato e insultato in ogni modo l’avversario.
In tutto ciò, è compito di questo giornale non abbassare mai la guardia, mettere in dubbio qualsiasi proposito, ed essere sempre e comunque all’opposizione, a volte anche solo per veder dimostrato il valore di una proposta di governo e quindi essere contraddetti. Mai essere zerbini di nessuno o partecipare al dibattito contestando l’opposizione che proprio perchè in minoranza va sostenuta nell’equilibrio della piena democrazia.
Appare del tutto evidente che questo modo di ragionare non si addica alle modalità di espressione urlate sui social ma che si attenga ad una normale e rispettosa dialettica politica che vede nel confronto delle idee il proprio stile e che immagina un obiettivo di sincero interesse collettivo.