di Salvo Zappulla
Ho finito di leggere questo bellissimo libro di Giusy Cantone e sono rimasto colpito per le tematiche che tratta in maniera così chiara e netta, senza tabù, senza girare attorno agli ostacoli ma affrontandoli con competenza e professionalità. Un libro molto istruttivo. Chiediamo alla stessa Giusy di parlarcene
Il male di vivere che diventa chiave di rinascita è ciò che Mr Rehab racconta con toni pacati e appassionati. A me il difficile compito di compenetrarmi nel personaggio di Steve e riportarne l’arduo percorso di crescita fatto di: perdita, fuga dalla realtà, traumi, incontri e abbandoni. Nel racconto buio e luce si alternano lasciando trasparire la sofferenza che segna la vita quotidiana di ognuno di noi. Come riporta in nota lo stesso Pietrangelo Buttafuoco “ogni pagina di questo libro, come richiesto dalla prosa incandescente di Cantone – bravissima a codificare le velocità del dinamismo moderno – svela il risultato colorato e asimmetrico della nostra giornata. E lo fa nella forma propria dell’istantanea creazione dell’opera stessa, dove tutto è luce“. Impossibile non immedesimarsi nella storia. Nel libro sono come presenti diversi i pezzi di ognuno di noi. C’è l’adolescenza con le sue inquietudini, la famiglia con il compito di educare e formare tra colpi di coda e incomprensioni, la scuola, gli amici e gli amori. C’è la vita. C’è il business mondiale degli stupefacenti. Ci siamo noi e i problemi sociali che dovremmo ben analizzare e non sottovalutare, come consiglia Andrea Purgatori nella prefazione. C’è l’esistere oltre l’essere. Nessuno in vita è esente dal provare dolore. Il libro invita, inevitabilmente, all’introspezione. La differenza tra noi e gli altri va oltre la cultura, la latitudine, il colore della pelle, la lingua. La vera diversità è figlia della forza di reagire, rielaborare e rendere i nostri punti di debolezza forza e resilienza. Un vincente trova sempre la strada, un perdente invece troverà sempre una scusa. È una chiara e realistica visione quella che ho raccontato “La vita è una scelta da vivere, tocca a noi stessi decidere quale direzione prendere o evitare. Oltre ogni giudizio altrui chi è in pace con se stessi persevera verso il bene“. Senza svelare gli intrecci e gli sviluppi del racconto basta analizzare la copertina, ideata e realizzata da me medesima, si può sintetizzare e comprendere il mio messaggio “C’è sempre una nuova possibilità, nuova vita“. Le scarpe che in generale rievocano nel linguaggio dell’interpretazione dei sogni tutti gli aspetti che riguardano la natura del camminare e procedere nel mondo, qui simboleggiano il distacco alla mancanza di capacità e competenze. Sono espressione e collegamento della ricerca dei mezzi necessari ad affrontare la vita sociale con tutte le sue difficoltà. Sono l’inizio del viaggio della vita e del percorso di individuazione del protagonista. Di un bambino, uno qualsiasi, che diventa adolescente e senza quasi rendersene conto si ritrova riflesso nell’ombra di se stesso da uomo adulto, avvolto dal turbinio delle incomprensioni familiari, dell’inadattamento scolastico e dell’inadeguatezza sociale. In un alternarsi di ombre che rievocano il black out, in primo piano il candore e il ruolo di un cane guida, autorevole ed esperto, che indossa degli occhiali scuri. E in basso gli altri coprotagonisti: i soldi, delle pasticche e la polvere bianca, la cocaina. Ecco come i vizi fungono da compagnia nell’ assenza ma non riempiono mai i vuoti, al contrario lasciano sprofondare nell’abisso delle nostre più nascoste debolezze e fragilità. Solo con la volontà e il coraggio di voler affrontare le ferite narcisistiche infantili, gli strappi e gli abbandoni, si può intraprendere un percorso di “Rehab”. Si può arrivare a vedere la luce oltre il buio più fitto. È un duro percorso. Non per tutti. Ami Winehouse, la cantante londinese ha trovato la pace nella morte. Non ha voluto affrontare e superare le sue dipendenze. Nessuno può farlo al tuo posto. A respirare in vita siamo in grado tutti ma ad esistere no. “Imparare ad essere esistenza” è la missione che il mio libro “Mr Rehab” si prefigge di comunicare agli altri.