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Dopo averlo annunciato, il governo ha deciso di annullare la concessione ad Autostrade per l’Italia per il crollo del ponte Morandi a Genova. A renderlo noto è stato prima il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, poi il premier Giuseppe Conte. ”Ho una notizia importantissima da darvi – ha scritto Toninelli su Facebook -. Il mio ministero ha inviato ad Autostrade la lettera con cui prende avvio la procedura per la decadenza della concessione’‘. ”Vogliamo cambiare tutto – ha spiegato il ministro -. Vogliamo farlo perché le vite umane vengono prima degli utili aziendali. Perché la sicurezza dei cittadini viene prima dei dividendi agli azionisti”.
Nel lungo post, il titolare del Mit, ha spiegato che: “alle persone che hanno perso la vita nel crollo del ponte Morandi ai loro parenti, ai feriti, ai tantissimi che sono momentaneamente sfollati, e a una città lacerata e tagliata in due, dobbiamo il nostro impegno a non arretrare di un millimetro. Il governo va avanti per accertare le responsabilità dell’accaduto e punire i colpevoli”.
LA LETTERA AD AUTOSTRADE – Toninelli ha quindi riassunto quanto contenuto nella lettera: “Il mio ministero ha chiesto formalmente ad Autostrade per l’Italia di fornire entro 15 giorni una dettagliata relazione, per dimostrarci se e come ha agito, in merito alla manutenzione del ponte Morandi, secondo gli oneri e gli obblighi che gli competono come ente gestore di quel tratto di autostrada. Ci aspettiamo che Autostrade si mostri collaborativa su eventuali iniziative a titolo di risarcimento danni a persone e beni, naturalmente a sue spese, come peraltro previsto dalla convenzione”.
Secondo il ministro, “il sistema delle concessioni autostradali deve essere ribaltato. E il Governo del cambiamento sente in modo profondo l’importanza di questa missione”. Il Mit, ha annunciato ancora, ha avviato ”una ricognizione dello stato di salute di strade, autostrade, dighe”. “Tutti gli enti e soggetti gestori entro il primo settembre dovranno segnalarci le azioni necessarie a rimuovere condizioni di rischio riscontrate sulle infrastrutture di propria competenza. Quindi il governo interverrà con una sua task force per vigilare su interventi e manutenzione”.
LA COMMISSIONE ISPETTIVA – Poi, smentendo le voci secondo cui all’interno dell’esecutivo ci sarebbero posizioni diverse rispetto alle azioni da prendere nei confronti di Autostrade, dopo il crollo del ponte, ha aggiunto: “il governo andrà avanti compatto finché i diritti dei cittadini non torneranno a essere prioritari rispetto agli interessi privati di qualcuno”. Dopo la tragedia ”ci siamo messi subito al lavoro”, sottolinea il ministro. ”Prima di tutto – ha ricordato Toninelli – è stata immediatamente costituita una commissione ispettiva presso il mio ministero. E’ già all’opera, per fare tutti gli accertamenti tecnici sul crollo del viadotto ed entro un mese mi relazionerà su cosa ha scoperto. Questi risultati saranno materiale per valutare le inadempienze di Autostrade per l’Italia”.
A tre giorni dal crollo del ponte, ha osservato infine il ministro, ”ci sono eroi che scavano tra le macerie, feriti che soffrono e lottano per la vita, famiglie che purtroppo piangono i propri cari. Domani, nel giorno dei funerali e del lutto di Stato, il Governo sarà al fianco di queste famiglie, con il cuore straziato di dolore. Vogliamo che la città torni alla sua quotidianità. E vogliamo anche giustizia”.
LA NOTA DI PALAZZO CHIGI – Pochi minuti dopo il post di Toninelli, è stato il premier Giuseppe Conte a precisare in una nota che “il governo contesta al concessionario che aveva l’obbligo di curare la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’autostrada A10, la grave sciagura che è conseguita al crollo del ponte – si legge nella nota di Palazzo Chigi -. Il concessionario avrà facoltà di far pervenire le proprie controdeduzioni entro 15 giorni, fermo restando che il disastro è un fatto oggettivo e inoppugnabile e che l’onere di prevenirlo era in capo al concessionario su cui gravavano gli obblighi di manutenzione e di custodia“.
LA RICOSTRUZIONE DEL PONTE – Conte ha parlato poi della ricostruzione del ponte: “Si è diffusa la notizia che Autostrade per l’Italia sarebbe disponibile a ricostruire il ponte a sue spese – ha fatto notare il premier -. Se questa proposta verrà formalizzata il governo la valuterà, ma non come contropartita della rinuncia a far valere la voce di tutte le vittime di questa immane tragedia“. “Se questa iniziativa di ricostruzione del ponte verrà addebitata ad ‘Autostrade per l’Italia’ – ha rimarcato il Presidente del Consiglio – sarà solo a titolo di provvisorio risarcimento del danno, fermo restando che la ferita inferta alle vittime, ai loro familiari e al Paese è incommensurabile e non potrà certo essere rimarginata in questo modo“.
LA BANCA DATI – Il capo dell’esecutivo ha quindi annunciato la configurazione di “una banca dati, a livello centrale, che possa acquisire tutte le informazioni riguardanti lo stato e la manutenzione di tutte le nostre infrastrutture”. “Per ogni infrastruttura – ha scandito Conte – dovremo avere certezza dell’intervento di manutenzione da ultimo adottato e di quelli programmati. Dovremo essere in condizione di poter operare tempestivamente nella segnalazione degli interventi di riammodernamento del nostro patrimonio infrastrutturale, graduandoli secondo un preciso ordine gerarchico di importanza e urgenza”.
“RIVEDERE SISTEMA CONCESSIONI” – “Questo governo – ha promesso Conte – farà di tutto per rivedere integralmente il sistema delle concessioni e man mano che esse scadono ne approfitterà per impostare queste operazioni sulla base di nuovi principi e di più soddisfacenti equilibri giuridico-economici”. “Questo governo – ha proseguito il premier – intende dare un segnale di svolta ben preciso: d’ora in avanti tutti i concessionari saranno vincolati a reinvestire buona parte degli utili nell’ammodernamento delle infrastrutture che hanno ricevuto in concessione, dovranno rispettare in modo più stringente gli obblighi di manutenzione a loro carico e, più in generale, dovranno comprendere che l’infrastruttura non è una rendita finanziaria, ma un bene pubblico che il Paese e, quindi, i cittadini sono disposti ad affidare alle loro cure solo a patto che il lucro che ne viene ricavato sia ampiamente compensato dalle garanzie di una ‘assoluta tutela e sicurezza’ delle vite degli utenti e di una ‘gestione realmente efficiente’ del servizio”.