Una nuova ed importante realtà economica trova spazio nel sistema di rappresentanza di Confcommercio Catania, quella delle Imprese Sociali.
Il terzo settore rappresenta un complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi
È Anna Pennisi la coordinatrice provinciale delle Imprese Sociali di Confcommercio. Ha ricevuto la nomina dal Presidente Riccardo Galimberti per rappresentare le istanze di un settore recentemente disciplinato dal legislatore nazionale.
“Confcommercio Catania – dichiara il presidente Galimberti – è una realtà dinamica che deve sempre individuare i cambiamenti in essere. Le imprese sociali, annoverabili nel terzo settore, sono una realtà molto vasta con finalità fondamentali per la tenuta del nostro sistema sociale. Più complesse sono le realtà territoriali tanto più diventa indispensabile la presenza degli operatori del terzo settore. In tal senso questo comparto merita attenzione e deve avere una propria rappresentanza sindacale, al fine di far valere le proprie istanze nei confronti delle Istituzioni”.
Anche nella nostra provincia le imprese sociali spaziano dall’assistenza sanitaria alla cultura e istruzione, dall’ambiente allo sport. Spesso la loro attività si rivolge alle fasce deboli della società, alle periferie urbane dove le situazioni di marginalità sono più evidenti. Anche le imprese sociali, però, devono confrontarsi con le Istituzioni e nel caso catanese con la preoccupante crisi finanziaria comunale.
“Abbiamo creduto nel progetto e nel sistema di rappresentanza di Confcommercio – afferma la neo coordinatrice delle Imprese Sociali Anna Pennisi – convinti che il nostro settore debba muoversi unito e superare l’individualismo tipico delle nostre parti. L’attività delle imprese sociali rientra nella sfera del welfare e dell’assistenza primaria. Lo facciamo in convenzione con le Istituzioni pubbliche e con i comuni in primo luogo. Ma resistere è diventato pressoché impossibile. A Catania, ma anche in molti altri Comuni della Sicilia, c’è una difficoltà enorme ad esigere i corrispettivi dovuti dai Comuni. L’eventuale dissesto finanziario del Comune di Catania sarebbe devastante, porterebbe alla chiusura di un sistema che oggi supplisce il pubblico nella fornitura di servizi ed assistenza primaria. Nei giorni scorsi come Confcommercio, abbiamo voluto incontrare il Ministro Di Maio per rappresentare il rischio di fallimento delle Imprese in caso di dissesto del comune etneo e chiedere che sia erogato il contributo richiesto dall’amministrazione Pogliese”.