Caro Babbo Natale

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di Monica Romano

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Caro Babbo Natale,

io non lo so se tu esisti, mi hanno detto che sei una bugia. Ma quel che so è che quando noi bambini ti aspettiamo siamo felici, so che quando vediamo il nostro papà, zio, nonno con i tuoi vestiti corriamo ad abbracciarlo. E no, non è come può sembrare. Non corriamo dalla tua finta copia perché ha un sacco pieno di giocattoli, perché sta per realizzare qualcuno dei nostri desideri. No, no, no. Noi non ti chiamiamo tanto per semplici giochi, ma per quello che sei, per quello che rappresenti. Tu, con la tua barba lunga, la tua pancia grossa, i tuoi vestiti rossi, sei magia. Il Natale è magico. Guarda le strade, guarda quante luci (alcune sono pure troppe) ma quanta magia emanano… Passeggio con la mamma per le strade e vedo tutte queste luci. Vedo calore. Vedo una città completamente trasformata. È come se ogni città divenisse la tua, Babbo Natale. Come se ogni città si addobbasse per aspettarti, per mostrarti la migliore versione di sé, come quando la mamma si fa bella prima che arrivi papà. Ci facciamo belli per le persone che amiamo. E quindi la città è innamorata di te? Sì, probabilmente sì. Chi è che non ama il Natale? Forse però nel prepararsi, la città e tutti noi, ci dimentichiamo di una cosa. Cos’è che stiamo festeggiando? Scusa, ma devo ricordare che questa non è la tua festa. Questa è la festa di Gesù. Questo è il suo compleanno. Ricordo quando papà me lo ha spiegato, gli ho risposto “Ma se è il suo compleanno perché tutti noi riceviamo dei regali?”. Non ricordo cosa mi ha risposto. Ma adesso credo di aver trovato la risposta. La maestra di Gesù mi ha detto che lui è buono, che lui vuole che le nostre famiglie siano unite, vuole che stiamo insieme, vicini vicini. È questo il regalo più bello che possiamo fargli: stare vicini vicini. Noi stiamo vicini vicini, dalla nonna non ci entriamo più. Ogni anno sempre la stessa storia. Tanto tempo per trovare l’algoritmo corretto, come dice la zia (non ho ancora capito cosa significa, dice che lo capirò quando sarò grande, ma perché devo sempre capire le cose dopo??? Io voglio saperlo ora. E se dopo me lo dimentico??) per far stare tutti in una stanza. Ma non ci entriamo. Non c’è posto per tutti, ma com’è che si trova sempre un posto per chi arriva dopo? E com’è che anche se siamo ancora più stretti siamo più felici? non dovremmo essere felici di stare comodi? A Natale questo non accade. Forse è questo il regalo che facciamo a Gesù. Porgiamo l’altra guancia, ma davvero. Siamo quasi guancia con guancia!!!! Però anche se non sembra è davvero bello. E sai, penso che anche quando aspettiamo che tu arrivi, anzi che arrivi qualcuno con i tuoi vestiti, noi stiamo facendo un  regalo a Gesù. In quel momento siamo tutti insieme, tutti a ridere, tutti ad essere felici. Così ogni anno ho come la sensazione che anche se non arrivi arriva la tua.. (com’è che dice sempre Alberto?? Ah ecco!!) arriva la tua essenza. Quello che più ti caratterizza, arriva la gioia, la serenità, la felicità. Lo zio mi dice sempre di fare attenzione alle parole che uso, ogni parola ha un suo significato, profondo, importante. Questa parola mi sembra tanto importante, e quindi non la uso spesso. Però adesso la uso, adesso ci sta. Tu, Babbo Natale, sei felicità. questo è l’unico momento in cui siamo veramente tutti, senza pensieri, senza impegni. Noi, insieme. E noi felici. felicità anche quando facciamo l’albero. È un momento magico, pallina dopo pallina. Io le metto, mamma le sistema. Ogni volta io le metto in un punto, e lei poi le sposta? Ma perché??? Non è giusto. Però non ci penso, è Natale e devo essere buona, soprattutto più comprensibile come diceva sempre il nonno… Ecco io credo che tutti a Natale siano felici, che tutti amano il Natale, ma… la nonna non lo ama più. Prima lo amava tanto, poi da quando il nonno non c’è più, non ci riesce. Io lo vedo. Durante il resto dell’anno cerca sempre di non pensarci, di non darcelo a vedere… ma a Natale non ci riesce. La verità è che era il nonno ad adorare il  Natale. Il nonno mi faceva fare l’albero come volevo io, non lo sistemava come fa mamma. Io tornavo la domenica da lui, e l’albero era sempre lo stesso. Quando litigavamo, io e gli altri bambini, ci diceva sempre dovete essere comprensivi!

Voi non ve ne rendete conto, perché alle volte fate gli ottusi, ma basterebbe ascoltarvi col cuore aperto e capire che camminate verso lo stesso posto. Se prendete una strada o un’altra non importa. Arriverete comunque. Trovate una strada comune, una che comprenda tutte le vostre proposte. Siate comprensivi. Cercate sempre di capire il perché delle cose. La vostra età del perché è probabilmente trascorsa, ma non lasciate che passi mai del tutto. Chiedere il perché vuol dire andare in profondità, vuol dire non fermarsi in superficialità, alle apparenze. Qualunque cosa accada, chiedetene la ragione. E siate pronti a cambiare la vostra strada per questa ragione. Una ragione c’è sempre. Se qualcuno vi ha risposto male ci sarà una ragione. Questo non vuol dire che abbia fatto bene, ma magari ha qualcosa da tanto tanto tempo che ha lasciato lì per non rispondere, per non creare problemi. Ha lasciato che fosse la tranquillità che gestisse le sue parole, ma ad un tratto tutti quei piccoli pensieri tristi e problematici usciranno… chiedetegli il motivo. C’è sempre.

Questa è una lettera che ci ha regalato nonno per il suo ultimo Natale, sapeva che era l’ultimo? Non lo so. So che ce lo ha dato dicendoci di leggere questo ogni tanto, di ricordarci del suo insegnamento. Voglio condividerlo con te, magari se litighi con la tua mamma sai cosa devi fare. O magari pensi possa servire a qualche bambino… mandagliela pure. Quello che mi dice sempre la nonna è di condividere, sempre, tutto, anche quello che penso di non avere, condividerlo. E quindi condivido questo che so che ho, e che è forse il mio regalo più importante. Vedi? Non è vero che noi aspettiamo il Natale per i regali, aspettiamo il Natale per tutto questo, perché Natale  vuol dire essere buoni, comprensivi e altruisti, proprio come Gesù ci insegna. Così gli facciamo un grande regalo, il più bello. Così saremo felici e sapremo che ci sei tu. Anche se tu non puoi esserci, c’è la tua essenza, e qualcuno travestito da te.

 

Una bambina che ama tanto il Natale

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