di Alfio Musarra
Sono in tutto dodici le persone raggiunte da un provvedimento, dove vengono accusate di frode nelle pubbliche forniture e caporalato, reati commessi nella gestione di centri per richiedenti asilo. Le ordinanze sono state emesse dai Gip di Gela e Catania su richiesta delle due procure, nell’ambito di indagini collegate ed eseguita dalla polizia della città nissena e dai carabinieri della sezione pg di Catania.
Le due operazioni che hanno portato all’arresto di titolari di cooperative per l’accoglienza sono due. ‘Balla coi lupi’, è quella coordinata dalla Procura di Gela e ‘Blonds’, quella nata dalle indagini del nucleo di polizia giudiziaria della Procura di Catania che per la prima volta entra in azione effettuando anche intercettazioni.
Le persone raggiunte dal provvedimento sono Pietro Marino Biondi, di 62 anni, e Gemma Iapichello, di 42, titolari di cooperative condotti in carcere, e Giuseppe Maria Palumbo, di 61, e Francesca Provvidenza Politi, di 33, poste entrambe agli arresti domiciliari. Su disposizione del Gip di Catania sono stati posti ai domiciliari anche Hatarzyna Eugenia Chylewska, detta “Kasia”, di 38, Natale Di Franca, di 59, Paolo Duca, di 50, Clara Favatella, di 36, Giuseppina Foti, di 46, Alessandro Giannone, di 35, Liliana Giuseppina Pasqualino, di 55, Francesca Ventimiglia, di 57. Di Franca e Duca sono rispettivamente dipendenti dell’Inps di Catania e Sondrio.
Gli indagati sono accusati di aver costituito “una associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di vari delitti contro la pubblica amministrazione, come quelli di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e di frode nelle pubbliche forniture, nonché i delitti di estorsione e di maltrattamenti”.
Secondo la ricostruzione, a capo del gruppo, ci sarebbero Biondi Pietro Marino e Iapichello Gemma; secondo l’accusa, sarebbe stato creato ad opera dei due, un sistema che si fondava sul fatto di assumere nelle varie cooperative/associazioni i parenti dei funzionari pubblici addetti al controllo del settore, creando una commistione tra controllore e controllato, circostanze dalle quali “il sistema anche corruttivo traeva considerevoli vantaggi”.
Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale di Catania, sono state avviate nel 2017. Il Gip di Catania ha disposto il sequestro preventivo di cooperative e associazioni, che nell’insieme, si è stimato, hanno un valore patrimoniale di circa 3 milioni di euro ed un giro di affari di circa 20 milioni di euro. Sono l’Associazione Solidarietà 2000, Cooperativa Comunità Per Vivere Insieme, Cooperativa Onlus Pianeti Diversi, Cooperativa Progetto Vita Onlus, Cooperativa Comunità Il Quadrifoglio Onlus, Cooperativa Alba, Cooperativa Le Fata Dell’arcobaleno, Associazione Albero Della Vita. Il Gip di Gela ha disposto di quote societarie della cooperativa Progetto Vita (47,23%), dell’associazione San Filippo Apostolo (27,66%), della cooperativa Petix (4,26%) e della cooperativa Montesolidaleo (10,21%) e dell’Ad Majora srl (10,64%).