Cesare Battisti nel carcere di Oristano

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[AdnKronos]

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Cesare Battisti dopo 37 anni di latitanza è tornato in Italia. Il Falcon 900 dell’Aeronautica militare con l’ex terrorista a bordo, decollato da Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, è atterrato poco dopo le 11,30 all’aeroporto di Ciampino tra una folla di cronisti, fotografi e operatori tv. Jeans e giacca marrone, senza manette, Battisti è stato prelevato dalla polizia, che è salita in forze sull’aereo e lo ha poi accompagnato fino agli uffici dell’aeroporto. “Ora so che andrò in prigione“, ha detto l’ex terrorista parlando con i funzionari dell’Antiterrorismo. Dopo la notifica degli atti, Battisti ha lasciato a bordo di un’auto della polizia l’aeroporto diretto negli uffici della Questura di via Patini per ilfotosegnalamento. Alle 17,30 l’arrivo nel carcere di Oristano-Massama a bordo di un furgone della Polizia penitenziaria e scortato dalla Digos e dalla Polizia stradale in una cornice di massima sicurezza. L’aereo con l’ex latitante è atterrato a Cagliari alle 16,30 e Battisti, sotto sorveglianza del Gom, è stato fatto salire sul cellulare che si è diretto verso Oristano. All’esterno del carcere le forze dell’ordine. Dopo l’ingresso è stato portato all’ufficio matricola e destinato alla sezione AS2.

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CARCERE DI ALTA SICUREZZA – Battisti dovrà scontare l’ergastolo ostativo. Il caso dell’ex terrorista rientra in quelli “del 4bis dell’ordinamento penitenziario”, ossia il suo curriculum criminale non consente di ottenere, al momento, una serie di benefici, riferiscono fonti giudiziarie milanesi. Battisti sarà probabilmente sottoposto a 6 mesi di isolamento diurno in cella singola. Il carcere di Oristano-Massama, dove verrà portato, è stato aperto il 12 ottobre del 2012 ed è una struttura destinata ad accogliere detenuti in regime di Alta Sicurezza. Tra i detenuti illustri ospitati a Massama l’ex terrorista dei Nar Massimo Carminati, in carcere e numerosi esponenti della camorra, mafia e ndrangheta, come Vincenzo Sinagra, detto ‘u Tempesta, Alfonso Caruana ritenuto il vice di Buscetta, Pietro Calvo il braccio destro di Provenzano, Francesco De Vita il capo di una delle cosche di Matteo Messina Denaro e Silvio Farao.

BATTISTI NOMINA LEGALE DI VALLANZASCA – Sarà Davide Steccanella ad assumere la difesa dell’ex terrorista dei Pac. “Ho appena saputo” dell’incarico, si limita ad affermare all’Adnkronos l’avvocato, sottolineando che “è una situazione delicata” e in attesa di studiare le carte non intende fare alcuna dichiarazione sul caso. Nato a Bologna ed esperto di terrorismo, l’avvocato Steccanella, classe ’62, ha lo studio legale a Milano. Noto penalista, è anche il difensore di Renato Vallanzasca, l’ex capo della malavita milanese negli anni Settanta. Tra i diversi casi, ha seguito legalmente la riabilitazione dell’ex terrorista di Prima Linea Mario Ferrandi. Appassionato di storia, Steccanella è autore di alcuni libri tra i quali il saggio storico “Gli anni della lotta armata. Cronologia di una rivoluzione mancata” (uscito nel 2013 per Bietti Editore e poi con un’edizione aggiornata) che ricostruisce il contesto storico, sociale e politico della lotta armata in Italia, ma anche ‘Agenda rivoluzionaria 2017’ e ‘Le indomabili. Storie di donne rivoluzionarie’.

SALVINI E BONAFEDE A CIAMPINO – A Ciampino all’arrivo dell’ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac) erano presenti il ministro Bonafede e il ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Finalmente l’assassino comunista Cesare Battisti torna nelle patrie galere. Giornata storica per l’Italia”, ha sottolineato il vicepremier. “Finirà – ha detto dall’aeroporto – dove merita un assassino, un delinquente, un infame, un vigliacco che non ha mai chiesto scusa“. Poi Salvini ha riferito di una lunga e cordiale telefonata con il presidente brasiliano Jair Bolsonaro. ”Gli ho ribadito – ha reso noto – l’enorme grazie a nome di 60 milioni di italiani per averci permesso di chiudere positivamente la questione Battisti”. Anche Bonafede ha parlato di “risultato storico”. “Oggi diciamo a tutti – ha aggiunto – che quando le istituzioni italiane sono compatte, non ci ferma nessuno”.

CONTE – Alla cattura di Cesare Battisti “abbiamo garantito il percorso più sicuro e veloce perché Battisti arrivasse in Italia. Ringrazio Bolsonaro per il cambiamento di rotta impresso e anche il governo boliviano per la massima collaborazione che c’è stata” ha detto il premier Giuseppe Conte. La cattura di Battisti “è un grande risultato che dovevamo alla giustizia italiana, non solo in astratto perché avesse la sua effettività, ma che dovevamo anche ai famigliari delle vittime” ha aggiunto il premier nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio ha poi ringraziato “le forze di intelligence, di polizia, di Interpol, a tutti i livelli” per “il gioco di squadra”.

In conferenza stampa, Bonafede ha sottolineato che “chi ha sbagliato macchiandosi di reati così gravi deve pagare. E’ importante che sia caduto l’elemento di commutazione dell’ergastolo a 30 anni, così Battisti sconterà la pena che gli è stata comminata da tribunali italiani”. Il ministro ha inoltre evidenziato la collaborazione internazionale: “Oggi l’Italia si fa rispettare nel mondo e continuerà a farlo non solo nella ricerca di tutti gli altri che hanno un debito con la giustizia italiana ma anche in tutta la politica di prevenzione del terrorismo, in cui abbiamo una voce sempre più autorevole”.

I FAMILIARI DELLE VITTIME – Commozione per i familiari delle vittime di Battisti. “Mi sono messo a piangere davanti alla tv. Non ci credevo”, ha detto all’Adnkronos Adriano Sabbadin, il figlio di Lino Sabbadin, il macellaio trucidato dai Pac il 16 febbraio 1979. “Ora sono sicuro che papà riposa in pace”, ha aggiunto. “Sono contento e anche un po’ emozionato” ha detto Maurizio Campagna, il fratello di Andrea, agente della Digos ucciso dai Pac a Milano nel 1979. “Quando ho visto quelle immagini il primo pensiero è andato ai miei genitori. Mia madre – ha spiegato all’Adnkronos – ci teneva parecchio che questo delinquente andasse in galera, è morta pure lei il giorno in cui Battisti ha ucciso Andrea. Peccato che non abbia potuto vederlo scendere da quell’aereo”. ”Ora c’è la certezza che sconterà la pena, la certezza che si può avere giustizia” le parole all’Adnkronos di Alberto Torregiani, figlio di Pier Luigi, il gioielliere ucciso il 16 febbraio 1979 dai Pac.

IL FRATELLO DI BATTISTI – Vincenzo, fratello di Battisti, ha dichiarato all’Adnkronos: “Rientra a Roma Cesare, mio fratello, e così abbiamo risolto tutti i problemi dell’Italia, le pensioni, il debito, tutto risolto con Battisti…”. “Non aggiungo altro – ha concluso – ha già detto tutto il ministro Salvini…”.

COME E’ STATO CATTURATO – A incastrare Battisti è stata la tecnologia, svelano il procuratore generale di Milano, Roberto Alfonso e il sostituto pg Antonio Lamanna. E’ stata usata “una tecnologia molto avanzata, è stata seguita la scia internet, la localizzazione”, ma preferiscono non aggiungere altro visto che si tratta di un elemento che potrà portare a nuovi risultati. “La svolta è stata a livello politico: se non c’era Bolsonaro poteva stare tranquillo in Brasile”, spiegano Alfonso e Lamanna commentando la cattura dell’ex terrorista. “Decisiva è stata la collaborazione con la polizia brasiliana, che ha attivato dei canali propri, e il risultato è arrivato con la collaborazione di tutti. Il nostro intervento è stato fondamentale, è stato un gioco di squadra con un ruolo molto importante della Digos di Milano. Dal punto di vista del lavoro – concludono – siamo soddisfatti”.

BOLIVIA RESPINSE RICHIESTA ASILO A DICEMBRE – La Bolivia ha respinto il 26 dicembre la richiesta d’asilo presentata da Battisti. A spiegarlo il sottosegretario Carlos Romero, come riferiscono i quotidiani La Nacion e El Deber. “Abbiamo avviato un procedimento migratorio, dato che non è stato registrato alcun ingresso legale, considerando che la Commissione nazionale per i rifugiati ha respinto la richiesta di asilo”, dice Romero, riferendosi all’espulsione di Battisti. Vista ”l’allerta rossa dell’Interpol, è stato avviato il procedimento corrispondente”. Secondo Romero, il 26 dicembre è stata fornita una risposta negativa alla richiesta che Battisti aveva presentato il 21 dicembre.

INDAGINE SU RETE DI PROTEZIONE – La procura di Milano ha aperto un’indagine ‘esplorativa’ sulla rete di protezione di cui avrebbe beneficiato Battisti. Si tratta, al momento, di un modello senza ipotesi di reati, né indagati. Il titolare del fascicolo è Alberto Nobili, responsabile dell’antiterrorismo milanese. L’indagine – per ora modello 45 – intende far luce su tutte le persone che potrebbero aver aiutato, realmente oppure economicamente, l’ex terrorista accusato di quattro omicidi. L’informativa della Digos di Milano, che arriverà alla procura generale venerdì o al più tardi lunedì, avrà carattere riepilogativo e vedrà, nero su bianco, tutte le indagini sul caso Battisti, e su eventuali aiuti. Sono stati gli uomini della Digos a eseguire intercettazioni e pedinamenti da cui si potrà stabilire eventuali reati e se sono perseguibili in Italia. La relazione, a cui stanno lavorando gli uomini della questura, sarà una sorta di riassunto di una latitanza lunga 37 anni: dalla Francia, al Brasile fino alla cattura in Bolivia.

CHI E’ – Battisti è stato condannato in Italia a due ergastoli per quattro omicidi: in due di essi, quello del maresciallo Antonio Santoro, avvenuto a Udine il 6 giugno del ’78, e quello dell’agente Andrea Campagna, avvenuto a Milano il 19 aprile del 1979, il terrorista sparò materialmente. Nell’uccisione del macellaio Lino Sabbadin, a Mestre, il 16 febbraio del ’79, invece, Battisti fece da copertura armata al killer Diego Giacomini e, nel caso dell’uccisione del gioielliere Pierluigi Torregiani, avvenuta a Milano il 16 febbraio del ’79, venne condannato come co-ideatore e co-organizzatore. In quest’ultimo caso, poi, all’omicidio si aggiunse un’ulteriore tragedia: nel corso della colluttazione, il figlio del gioielliere Alberto fu colpito da una pallottola sfuggita al padre prima che questi cadesse e da allora, paraplegico, è sulla sedia a rotelle. Dopo essere evaso da un carcere italiano, Battisti si è rifugiato in Francia, Messico e Brasile fino alla fuga in Bolivia lo scorso dicembre dopo l’ordine di arresto emesso da Luiz Fux, giudice del Tribunale Supremo brasiliano, e il decreto di estradizione firmato dal presidente uscente Michel Temer. Pur riconoscendo di aver fatto parte dei Pac, Battisti si è sempre detto innocente.

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