di Luigi Asero
Senza una risata, senza un ammiccamento. Senza nemmeno una delle sue barzellette fulminanti, tipicamente palermitane. Se n’è andato così Pino Caruso, in silenzio, nella sua casa vicino Roma. Ad annunciarlo oggi la moglie, Pino da tempo stava male, serenamente si è spento ieri. Forse, vogliamo ipotizzare, con dentro al cuore quel sorriso che lascia fare al destino, tipicamente siciliano, tipicamente palermitano.
Aveva 84 anni, era nato infatti il 12 ottobre 1934. Gli esordi nella sua Palermo, recitando un altro grande autore siciliano: Luigi Pirandello. Successivamente approdò a Roma, al “Bagaglino”, da lì poi la sua carriera proseguì sempre in teatro, ma anche al cinema e in televisione. Un personaggio poliedrico e mai volgare nella sua comicità Giuseppe PINO Caruso; con Castellano e Pipolo negli anni ’70 l’esordio in tv con il programma Che domenica amici, che gli diedi la grande popolarità; seguirono poi Gli amici della domenica, Teatro 10, Dove sta Zazà con Gabriella Ferri e Due come noi con Ornella Vanoni nel 1979. E ancora Palcoscenico con Milva due anni dopo.
Non dimenticò mai la sua Sicilia e in particolare la sua Palermo. Nel 1995 fu direttore del Festino della svolta che diede il via ai nuovi festeggiamenti, in grande stile, della Patrona Santa Rosalia. E a Palermo portò grandi artisti, da Carmelo Bene a Sakamoto, a Dario Fo. E tanti altri. Con lui, dopo la stagione delle stragi si cercò di dare un volto nuovo a questa meravigliosa città stuprata, insanguinata dalla barbarie umana mafiosa (e non).
Certo, potremmo dire che avrebbe meritato maggior successo. Potremmo dire molte cose, ma Pino, fatalista, era già contento così. Serenamente si è allontanato per sempre, serenamente ora forse ci guarda e sorride. Come sempre insomma.