Sequestro da circa 40 milioni di euro a imprenditore della ristorazione

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La Guardia di Finanza di Catania ha proceduto all’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo patrimoniale su beni mobili e immobili riconducibili all’imprenditore siracusano Roberto Cappuccio già arrestato nell’ambito dell’operazione “Beta” con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. L’operazione è stata disposta dalla Procura della Repubblica di Catania ed eseguita dai comando provinciale di Catania in collaborazione con lo S.C.I.C.O. (Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata) nella mattinata odierna.

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Secondo quando emerso da indagini effettuate dalla Procura di Messina l’imprenditore sarebbe vicino al clan Santapaola-Ercolano e per questo era stato arrestato per reati condotti insieme ad altri soggetti operanti nel messinese fino al 2015. Di fatto sarebbe amministratore della Unigroup Spa impresa siracusana distributrice di prodotti alimentari per esercizi pubblici, bar, ristoranti e GDO.

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Secondo il quotidiano online LiveSiciliaIl Tribunale di Messina nel riesaminare l’ordinanza applicativa della misura cautelare emessa nei confronti di Cappuccio, nel rigettare la richiesta dell’imputato, “ha evidenziato come lo stesso, anche sulla base di riscontrate dichiarazioni di collaboratori di giustizia, avesse intessuto rapporti economici di cointeressenza, già negli anni Novanta, con esponenti del clan siracusano “Bottaro- Attanasio”. Infatti, Cappuccio avrebbe acquisito partecipazioni societarie unitamente a un familiare di Ernando Di Paola, condannato per associazione mafiosa per la sua appartenenza al clan “Bottaro- Attanasio” per fatti commessi dal 1990 al 2002. Cappuccio, dunque, si sarebbe avvalso del rapporto privilegiato con la criminalità organizzata di stampo mafioso e della correlata capacità intimidatoria per affermarsi nel mercato delle forniture alimentari della Sicilia orientale in posizione dominante. In cambio, Cappuccio avrebbe garantito a Di Paola pieno supporto nella conduzione dei suoi affari imprenditoriali attraverso la fornitura di merci, la collocazione dei suoi prodotti e la concessione di garanzie indispensabili per il rilascio di fideiussioni bancarie.

Sulla base, dunque, di una pluralità di elementi indiziari gravi e concordanti, il Tribunale etneo ha ritenuto l’imprenditore Roberto Cappuccio soggetto gravato da pericolosità sociale qualificata in quanto dedito allo svolgimento di attività illecita riconducibile alla fattispecie delittuosa dell’illecita concorrenza con minaccia o violenza (art.513-bis c.p.) avvalendosi delle condizioni previste dalle associazioni di tipo mafioso (art.416 bis c.p.).“.

Il patrimonio sequestrato, per un importo pari a circa 40 milioni di euro sarebbe costituito da due fabbricati (tra i quali una villa di 10 vani con piscina situata a Siracusa), 32 rapporti bancari, un’autovettura in aggiunta alle seguenti imprese: “Unigroup spa”, con sede in Melilli (SR); “FAMILY GROUP S.R.L.”, con sede in Siracusa (SR); il “Resort Cala Petra”; “BE.CA. S.R.L.”, con sede in Siracusa (SR).

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