“Fake onlus” è il nome dell’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Lodi che ha portato all’emissione di undici provvedimenti giudiziari (uno di custodia cautelare in carcere, cinque ai domiciliari e cinque obbligati alla firma giornaliera presso stazioni di Polizia) oltre a sequestro di beni. L’operazione ha preso in esame l’attività di alcune Onlus e Cooperative Sociali che avrebbero beneficiati di fondi pubblici per circa sette milioni di euro. L’operazione è stata condotta tra Lombardia e Campania, quattro le Onlus coinvolte: ‘Area Solidale’, ‘Milano Solidale’, ‘Gli amici di Madre Teresa’ e ‘Volontari senza frontiere’. La Procura sottolinea che “sono delle eccezioni” cioè che “non significa che bisogna sottovalutare l’enorme valore di tutte le altre Onlus che hanno ben gestito l’emergenza. … Bisogna vedere anche il grande lavoro che fanno le altre onlus che gestiscono veramente l’emergenza migranti”.
Le indagini partirono su impulso di una segnalazione della Banca d’Italia che notò un’operazione in uscita dal conto corrente della coop. Area Solidale Onlus. Le indagini sono state coordinate dal Procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal sostituto Gianluca Prisco e hanno consentito l’emersione di un “pericoloso sodalizio criminale che si è stabilmente inserito nelle gare pubbliche per la gestione dell’emergenza migranti indette dalle Prefetture di Lodi, Pavia e Parma“, infatti “la progressiva costituzione di Onlus-Cooperative, collegate tra loro da mirati interscambi di cariche amministrative appositamente costituite al sol fine di partecipare ed aggiudicarsi le gare/convenzioni indette dalle citate prefetture offrendo, spesso, il prezzo più conveniente a ribasso, producendo a supporto documentazione non veritiera sui servizi offerti ai migranti“.
Le Onlus coinvolte sarebbero quindi risultate collegate a noti pluripregiudicati appartenenti alla ‘ndrangheta i quali secondo la Guardia di Finanza “le hanno sfruttate per far ottenere a persone recluse, attraverso il rilascio di documentazione falsa, la concessione della misura alternativa alla detenzione da parte del magistrato di sorveglianza. Veniva attestata, falsamente, la possibilità/necessità di poter accedere ai benefici di legge attraverso l’assunzione presso le cooperative”.