Polizia di Stato colpisce duramente il clan di Brancaccio a Palermo, 25 provvedimenti

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Coordinata dalla DDA del capoluogo siciliano la Squadra Mobile di Palermo ha eseguito venticinque provvedimenti giudiziari nell’ambito dell’operazione “Maredolce 2” colpendo i clan di Brancaccio e specificamente la famiglia mafiosa di Corso dei Mille. A vario titolo i reati contestati ai 25 soggetti coinvolti sono quelli di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata, incendio, trasferimento fraudolento di valori aggravato, autoriciclaggio, detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio e contrabbando di tabacchi.

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L’operazione ha consentito di dare un nome ai nuovi capi della famiglia dopo i blitz precedenti che ne avevano scompaginato le fila, si tratta di boss emergenti ma non meno determinati di cui è stata provata la capacità di controllo del territorio e di mantenimento di rapporti stabili con esponenti di rilievo di Cosa Nostra palermitana.

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Dopo l’arresto 4 anni fa di Pietro Tagliavia le nuove figure di spicco  sarebbero quelle di Salvatore Testa e Luigi Scimò. Ovviamente gli affari del clan vertevano sul traffico di stupefacenti ma anche gestione del mercato delle slot machine, estorsioni, contrabbando di sigarette e il controllo di alcune case di riposo. Il clan controllava anche gli “affari” della microcriminalità “concedendo” il permesso di operare (ovviamente a determinati patti). Il clan intratteneva rapporti come anticipato con importanti boss di altri mandamenti mafiosi come Pietro Salsiera e Sergio Napolitano di Resuttano o Giovanni Sirchia di Passo di Rigano o ancora Leo Sutera, detenuto, rappresentante di Cosa Nostra agrigentina.

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