Sant’Anna, sia la gioia a Castelbuono

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di Anna Studiale

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Sant’Anna a Castelbuono. È una frase piccola, solo quattro parole ma dentro si racchiude un universo che sa di identità, storia, senso di appartenenza, ricordi, profumi, volti, luci, suoni e Lei, il Volto di una Nonna (del nostro Redentore Gesù) che da mamma coccola tutti i suoi figli castelbuonesi e non, che da oggi non possono non rivolgere il loro pensiero a quel posto magico e senza tempo qual è Castelbuono. È lì, in quel castello, antico maniero di un passato che è sempre eterno presente, una piccola cappella ricca di stucchi, di Angeli e oro, che ha il suo trono la Patrona che tutti avvolge per tutto l’anno sotto il suo manto. Una festa ricca di decoro, compostezza, musica e preghiera. E oggi, 25 luglio, tutto inizia, tutto è pronto ad esplodere come gli spari dei mortaretti che annunciano a tutto il “popolo di Sant’Anna” che è Festa, che è il momento di indossare l’abito più bello e uscire lungo le vie del centro del paese sostando nel suo cuore pulsante, “a chiazza ‘nnintra”, piazza Margherita, per poi proseguire verso il cuore identitario e sacro che è il castello e la visita alla preziosa reliquia della Santa ivi custodita. Qui lo spazio per la preghiera, l’ascolto di una voce che si spera sempre di sentire anche con una delicata carezza sul volto che ci dica, “Sei sotto il mio manto”… E, poi, il 26 luglio, giorno solenne, col tripudio di voci che alla “Cursa” a lei dedicata cantano un viaggio di atleti di ogni dove, campioni di forza e di animo, che sui sampietrini della “corsa su strada più antica d’Europa” danzano al vento, sorridono alla fatica e imprimono il loro nome negli annali d’oro dell’atletica di tutti tempi. Da lontano, ma non molto, la “madre Sant’Anna” li benedice col suo volto amorevole. Ma non finisce qui: il 27 luglio è il giorno della Solenne processione. Lì ognuno dovrebbe esserci per capire che non è una semplice processione ma è un racconto lungo l’arco dei secoli di un popolo, quello che con Castelbuono si identifica, che non smette di credere che un senso tutto ciò lo abbia ancora.

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E anche chi scrive a distanza di quasi 100 km non può non “esserci” oggi, domani e anche dopodomani, lì, presente.

Una voce quella del sindaco, Mario Cicero, che oggi, a poche ore dal “Corteo delle chiavi”, da il via ufficiale alla festa affermando:

La festa che celebra la Patrona è l’incontro annuale tra la comunità laica e religiosa. Basta notare le varie attività che si portano avanti in queste tre giornate per scorgere che questa ricorrenza è un intreccio di folklore, cultura, storia e fede. Il corteo delle chiavi, che ogni anno acquista un valore storico sempre più prestigioso, il giro podistico con la sua storia e il suo prestigio nel mondo dell’atletica, rappresenta l’incontro di popoli e culture dove ogni atleta sa di essere apprezzato per le sue doti sportive, infatti, tutti avranno un applauso solo se lo meritano, mai per il colore della propria pelle. A Castelbuono si grida prima l’uomo e il campione. La processione con la sua solennità rappresenta un momento sostanziale dove la comunità si ritrova unita in un abbraccio corale con la sua storia e la sua fede“.

Che sia gioia e sia festa.

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