Al “Festival delle Orestiadi” di Gibellina in scena “Lunarità”

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Lo spettacolo andrà in scena al Cretto domenica 11 agosto con la drammaturgia a cura di Umberto Cantone.

Sarà interpretato da Rocco Papaleo, Silvia Ajelli, Aurora Falcone e Melino Imparato

di Anna Studiale

 

L’occasione è quella di un anniversario molto speciale, lo sbarco dell’uomo sulla Luna il 20 luglio di cinquanta anni fa. Un evento che, se da un lato ha rappresentato un’importante conquista per tutta l’umanità, dall’altro lato ha lasciato molto spazio per la riflessione di alcuni intellettuali che, da diversi fronti, hanno vissuto lo speciale evento come una sorta di “profanazione” del nostro Satellite che, sin dagli albori delle civiltà, ha rappresentato universi più disparati fatti di sogno, poesia, mistero, luce e tanto altro ancora. Un punto di vista che ha dato linfa ad Umberto Cantone, attore e regista palermitano, che ha curato la drammaturgia di “Lunarità”, uno spettacolo che, inserito all’interno del “Festival delle Orestiadi” di Gibellina, andrà in scena la prossima domenica, 11 agosto, nella suggestiva cornice del Cretto di Burri.

«A una giubilante celebrazione muscolare del “grande balzo per l’umanità” abbiamo preferito la riproposizione dell’originale INVETTIVA LUNARE di due grandi scrittori del Novecento italiano. Una composizione ottenuta dalla collazione dei testi di Guido Ceronetti e Giorgio Manganelli, i quali affilarono le armi dello stile scagliandosi in quei giorni contro la hybris tecnologica che, secondo loro, guidò quella “macchinazione militare e pubblicitaria”. Il poeta, traduttore ed elzevirista Ceronetti con la sua Difesa della luna, raccolta di prose e versi pubblicata nel 1971, individua i segni malaugurosi della missione dell’Apollo 11 e formula la propria requisitoria contro la “miseria terrestre” responsabile della catastrofe dell’ecosistema secondo lui già da allora irreversibile. Dal canto suo Manganelli, grande eretico della scrittura, nel capitolo Sulla luna della raccolta di prose Lunario dell’orfano sannita (1974), usa tutta la propria corrosiva ironia componendo uno “scherzo” letterario che ha come bersaglio la degenerazione trionfalistica della retorica mediatica misuratasi con l’impresa di Neil Armstrong e Buzz Aldrin. L’intrecciarsi di questi brani forma la partitura di questo potente, e ancora attuale, j’accuse affidato all’interpretazione di Rocco Papaleo» questo è ciò che ci anticipano gli organizzatori descrivendo quello che sarà un percorso fatto di parole e musica.

La dimensione onirica viene, invece, rappresentata all’interno del récit della LUNA INVOCATA che, dopo le frecce scagliate dall’invettiva, corteggia la dimensione del sogno attraverso la qualità teatrale della parola del poeta drammaturgo Franco Scaldati, la densità di alcuni frammenti dei suoi testi trasformati in dialogo sapienziale da Melino Imparato e Aurora Falcone.

Nella zona d’approdo della LUNA INTATTA, con Silvia Ajelli, affiora il magmatico teorema dello scrittore Jorge Luis Borges che accoglie con lucidità le suggestioni del mito lunare nei suoi versi della raccolta l’artefice a incrociare il labirintico tragitto di Elogio dell’ombra, materia animata dal contrappunto di alcuni frammenti del Giacomo Leopardi dei Canti.

Un viaggio speciale, pertanto, quello che gli spettatori vivranno domenica prossima nella “lunare” cornice del Cretto e che, senza dubbio, scuoterà le corde più profonde della loro anima.

Attraverso queste suggestioni, innestate nel corpo musicale degli interventi di Lelio Giannetto, l’itinerario di LUNARITÀ intende restituire il senso e il sentimento di quella grande scrittura che ci ha tramandato la luna come simbolo di misura universale, e quindi del tempo che scorre, fino a trasformarla nello specchio in cui riflettiamo le nostre paure e i nostri desideri”, queste le parole di Umberto Cantone a pochi giorni dal debutto.

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