Giunta alla seconda edizione, la kermesse poetica sta raggiungendo il suo acme in un tripudio di versi e note.
Venerdì 16 agosto, protagonista il poeta palermitano Roberto Crinò.
Avete presente uno di quei borghi incastonati tra verde e roccia, dove il tempo sembra essersi fermato? Se sì, bene. Se no, è arrivato il momento di schiodarsi dal tran tran quotidiano e dai frenetici ritmi della logorante vita moderna per tuffarsi nel pieno della natura madonita.
Isnello, piccolo ma bello (come si dice da quelle parti), conserva immutato il fascino dei tempi che furono. Strade che si inerpicano, vicoli traboccanti di fiori ed essenze, cortili che si aprono come anfiteatri di pietra per accogliere e coccolare il visitatore di passaggio o l’estimatore dei luoghi.
Ed è proprio nel cortile e nella scalinata che cingono via Santa Giovanna D’Arco che, per tutto il mese di Luglio e Agosto, va di scena la Poesia. Sei serate, sei diverse poetiche, tantissime e diversissime storie che si sono intrecciate a note, aneddoti, racconti, ritmi, sorrisi e momenti di forte pathos.
La rassegna nata da un’idea di Antonino Schiera, poeta e scrittore palermitano, innamorato delle Madonie, da quest’anno si avvale della partecipe collaborazione di Luciana Cusimano, giurista, presidente dell’Ass.ne Amici del Museo Civico di Castelbuono, madonita doc ed estimatrice di ogni espressione del Bello, che con il sostegno attivo dell’Amministrazione Comunale di Isnello, molto sensibile alla creazione di una proficua rete culturale come strumento di crescita e riscatto per l’intero territorio, e della Pro Loco locale vanta, ormai da due anni, un successo considerevole in termini di qualità dei protagonisti coinvolti, risonanza mediatica e coinvolgimento di pubblico, tanto da essersi confermata appuntamento fisso nella programmazione degli eventi culturali dell’Estate isnellese.
Dalla poesia intimista, a quella più prosaica, dalle suggestioni dei versi vernacolari ai ritmi ancestrali di un moderno cantastorie. Voci, chitarre, violini, fisarmoniche, risate.
Dopo Maria Rosa Gentile, Biagio Balistreri, Cinzia Pitingaro, Mario Chichi, che si sono avvicendati in altrettante ed emozionanti serate, protagonista della quinta e penultima serata di quest’anno sarà Roberto Crinò.
Poeta palermitano, classe ’72, docente di Lettere, poeta e interprete musicale, presterà i suoi versi e la sua voce ai componimenti della sua prima apprezzata raccolta dall’emblematico titolo “Le coincidenze significative” e alle note della sua acoustic band “Liquid Moon Acoustic Project”. Sin da giovanissimo scrive versi, prosa e testi di canzoni. Ha animato diversi progetti di musica inedita come compositore di testi e melodie e come cantante, tra questi “Le Anomalie”, rock band intrisa di echi letterari.
Si prospetta un’emozionante serata in cui alla carica empatica e alla ricercata poesia si abbineranno, in parallelo, i testi e le note dei più grandi successi del pop e del rock internazionale degli anni ’70, ’80, ’90, rivisitati in chiave acustica dai “Liquid Moon Acoustic Project”. La band animata da Roberto Crinò (voce e armonica), Renato Provvidera (chitarra e voce), Mimmo Pipitò (chitarra), Massimo Torcivia (cajon) “nasce dall’incontro casuale di quattro “musicisti per caso”, che per caso si guadagnano da vivere con un lavoro del caso, che fa al caso per nutrire la passione del caso, che non dà un caso di soldi, ma corre il caso di dire che regala, da sempre, ai quattro casuali artisti grandi emozioni: la Musica. E questo non è un caso.”
Non sono casuali ma bensì “significative”, invece, le “coincidenze” che hanno portato Roberto Crinò a percorrere la strada della poesia come percorso di catarsi interiore per l’animo. Ed è dalla notazione della sincronicità tra quelle che vengono considerate come coincidenze inspiegabili che nasce la sua prima silloge poetica edita da Ensemble. Per entrare nel merito di questa profonda e suggestiva poetica e iniziare a respirare i toni e i colori della serata vale la pena affidarsi alle parole di Gabriella Becherelli che così ha recensito l’opera:
“Scrivo su Roberto Crinò senza pensare troppo, senza rileggere le sue poesie. Voglio lasciare uno spazio creativo alle tracce significative che sono maturate dopo un attento ascolto. Queste sono solo riflessioni, vorrei che si collegassero al principio di anomalia, quella che lui intende in profondità senza forzature. Da questo concetto l’autore estrae l’aspetto controverso, negativo, o meglio lo integra con la sua sensibilità nella direzione dell’opportunità, del mistero. Così divide il suo percorso poetico in Anomalie e Resilienza. L’anomalia è qualcosa che sotto la forma dell’ispirazione produce “la Poesia senza fine”, citando Jodorowsky, come nella prefazione alla silloge di Maria La Bianca, incontrata da Roberto “per caso” alla proiezione del suddetto film del grande, indefinibile poliedrico poeta e saggista cileno. I testi poetici di Roberto iniziano ma non finiscono, aprono una porta che trascina dall’archetipo del ricordo all’individuazione del se, “nel punto massimo del silenzio”. Per Jodorowsky l’individuazione è arrivare ad essere quello che siamo. “Sei quel che sei… e devi esserlo” così recita il testo poetico “Coincidenze significative”, da cui prende il nome il libro di Roberto. Questo atto d’amore, nella sua esortazione ad essere quello che si è, si conclude nella poesia, come in una lettera che racconta il presente: “Quest’anno fa freddissimo, il problema è che ho la porta che non si chiude…” La porta che non si chiude è un problema e un’opportunità, la possibilità di poter scorgere qualcosa che fa parte dell’oltre. Dopo una lunga conversazione telefonica, date le distanze Firenze-Palermo, ho presentato il suo libro in una bella serata di fine maggio alla Limonaia di Villa Strozzi a Firenze. Si tratta di un luogo a me familiare, meditativo, collegato ad una naturale ispirazione creativa. I nostri due percorsi sono risultati complementari, non a caso ci siamo incontrati. Il mio libro che s’intitola “Apri a caso il caso non esiste” è in sincrono con le sue “Coincidenze significative”. Abbiamo in comune l’interesse per la visione di Jung. La sincronicità è quell’aspetto che collega l’esistenza del caso alla sua negazione è ciò che produce le coincidenze significative, senza l’ausilio del principio di causa ed effetto. Traspare dalle sue liriche il colore della sua terra, i miti riaffiorano “dal mare che parla”. La natura è un tramite per rappresentare i sentimenti profondi e farli riaffiorare con semplicità e dissolvenza, ciò che conta è il suono che producono, gli elementi ben sintonizzati con il proprio essere. Da questo nasce la sua passione per la musica, il suono che produce la poesia è natura e ricerca in sospensione fra il sogno e la realtà. La consapevolezza della realtà è un processo imprescindibile per l’individuazione del sé, è necessario calarsi nel buio più profondo per riaffiorare nel principio della luce e della bellezza. “A volte mi sento diverso, ma non è che un barlume di lucidità, lucidità, lucidità”, come recita la lirica dedicata a Peppino Impastato testimone della bellezza con cui si identifica l’autore . E’ difficile essere diversi, cercare la sintonia con la natura, che richiama continuamente a questo principio di totalità e di armonia. Il vero problema è che le nostre forze contrarie ci separano dal tutto. Le filosofie orientali professano l’integrazione degli opposti, tanto cara al pensiero di Jung, ed è quello che la poesia cerca disperatamente e felicemente di esprimere. La resilienza è prodotta dalla nostra immensa forza interiore che fa del nostro essere qualcosa di significativo, arrendersi è perdere il senso della propria esistenza, è negare la natura e le possibilità. “Sei felice? Sono felice, se tu sei felice, sii felice” le sue “Linee parallele” non si toccano come di regola, ma attraversano la natura in veloci file di alberi inondate dal sole che non ha barriere, la felicità è l’utopia a cui siamo richiamati costantemente. Volere quella degli altri è il può profondo atto d’amore che ci rende a pieno titolo l’onore di essere viventi: “Quando le mani stringono senza soffocare, quando esserci è un sacro patto che rende liberi, quando ricevere e dare sono due rotte celesti“
Grazie Roberto.
Gabriella Becherelli, poetessa, Firenze”
Appuntamento da non perdere, dunque, venerdì 16 agosto, a partire dalle 21.45 a Isnello. Il cielo stellato più bello delle Madonie e vibranti note risuonanti di poesie vi aspettano in uno scenario da sogno per una serata estiva da ricordare.
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