di Luigi Asero
L’esempio migliore per la formazione di un bambino è in famiglia. Si sa. È l’ambiente migliore, è l’ambiente in cui il bambino nasce e cresce e apprende. Apprende dagli insegnamenti e forse più dai modi di fare. E la mamma poi… Cosa sarebbe il mondo senza la mamma? È un po’ una frase che richiama lo spot di una cioccolata spalmabile. Ma è più vera. Comunque vada nessuno può non avere la mamma. Vada come vada.
Eppure -la facciamo breve a causa della calura estiva e per rispetto di quei lettori ancora (beati loro) sotto l’ombrellone in spiaggia- eppure dicevamo sembra che questi insegnamenti si siano persi. Così accade che in provincia di Perugia tre mamme si ritrovano ad accompagnare i rispettivi figli a una manifestazione ludico/sportiva per farli svagare, per farli crescere in nome del sano sport e invece (forse a causa di vecchie ruggini) si accapigliano, non si riesce a separarle, finiscono al Pronto Soccorso. Una ha ferite giudicate guaribili in venti giorni così si procede d’ufficio. Le tre mamme, tutte italiane, hanno 36 39 e 40 anni. Cresciutelle insomma, forse più adolescenti dei loro piccoli.
Non è certo l’unico esempio. Già le cronache dei giorni scorsi ci hanno riportato diversi episodi simili. Non molto differenti da quelle mamme che aggrediscono insegnanti rei di non aver saputo valutare il proprio figlio nel compito. Capaci loro di farlo, loro che scrivono perché usando “xke’ “. Loro che su tre parole fanno quattro errori, se va bene. Loro che litigano col vigile perché devono lasciar la macchina in quinta fila per accompagnare i pargoli anche se 10 metri appena più avanti c’è parcheggio libero e gratuito.
La mente divaga a arriva all’increscioso episodio della recita natalizia di Gela quando due madri iniziarono a darsele di santa (termine adatto alla ricorrenza natalizia) ragione fino a interrompere la festa dei loro e degli altrui pargoli accorsi. Con i bambini in lacrime e loro tronfie come novelle boss del rione.
Si parla tanto dei fatti di Bibbiano (e denunce arrivano da ogni parte d’Italia), di assistenti sociali e valutazioni quantomeno “anomale”. I Tribunali, si spera, stabiliranno la Verità. Poi accadono questi fatti e vien da chiedersi: perché togliere figli a brava gente, magari solo per problemi economici, quando c’è una massa di mamme incoscienti e incapaci rimaste impunite e impuntate sulle loro verità? Non parliamo di toglier loro i figli, non certo per singoli episodi, ma attenzionare un po’ meglio la situazione?
Queste mamme di oggi crescono uomini e donne di domani. Non dimentichiamolo…