Inserzione pubblicitaria informativa a cura del
Dott. Mirco Arcangeli Commercialista
Catania – Milano
Controlli anti evasione: parte la verifica sui conti correnti bancari
La politica anti evasione per il triennio 2019-2021 si basa essenzialmente su azioni volte ad intercettare in tempo reale eventuali azioni evasive o elusive, utilizzando anche i mezzi messi a disposizione dal sistema bancario e finanziario.
Il Fisco, con le misure messe in atto, conta di recuperare dai 10 ai 15 miliardi.
Accanto alla normale attività di controllo delle dichiarazioni e dei versamenti dovuti, oltre ai controlli di congruità degli studi di settore, si sta avviando anche quel controllo da tempo chiamato “evasometro”. L’occhio del “grande fratello” entra nelle case degli italiani.
Infatti incrociando i dati in proprio possesso, quali le dichiarazioni presentate, la fatturazione elettronica i corrispettivi telematici e tanto altro, con quelli provenienti dal sistema bancario e finanziario, potranno essere individuati i soggetti più a rischio da selezionare per le attività di controllo.
Essendo nei poteri dell’amministrazione finanziaria, accedere senza segreti al sistema bancario, è come trovarci nella casa del grande fratello.
Il nuovo sistema di incrocio dei dati ha visto il debutto nelle scorse settimane, anche se in forma di test di prova.
Nel breve periodo partiranno i controlli veri, con particolare priorità per i periodi a rischio prescrizione.
Il nuovo sistema si basa su un algoritmo che elabora le informazioni del database Sogei, integrati dalle informazioni finanziarie, quali:
- conti correnti;
- carte di credito;
- conti deposito;
- buoni fruttiferi e libretti postali;
- obbligazioni, titoli di Stato, azioni;
- rapporti fiduciari;
- polizze assicurative, fondi pensione e fondi di gestione collettiva del risparmio.
L’algoritmo elaborerà le incongruenze prendendo in esame cinque valori:
La giacenza media, il totale delle entrate e uscite mensili, il saldo iniziale ed il saldo finale.
Entrate eccessive ovvero uscite eccessive rispetto ai flussi dichiarati determineranno ulteriori approfondimenti della Guardia di Finanza, con onere della prova a carico del contribuente, il quale dovrà giustificare il perché degli scostamenti.
Il rischio “verifica”, dovrebbe scattare quando l’algoritmo scopre uno scostamento di almeno il 20-25% tra quanto dichiarato fiscalmente e quanto scritto nel saldo di fine anno del conto corrente, come differenza tra entrate e uscite.
L’evasometro può riguardare anche il passato arrivando fino al 2014.
Prepariamoci quindi al rischio di chiamata del Fisco, raccomandando di conservare gelosamente tutti gli estratti conto bancari degli ultimi cinque anni, magari annotando informazioni aggiuntive che potranno essere un domani utili, giusto per non dimenticare, come utile sarà conservare le info di tutte le transazioni più particolari, e le dismissioni i disinvestimenti e le monetizzazioni.
Prevenire è sempre meglio che curare.
Dott. Mirco Arcangeli
Commercialista in Catania e Milano