Insostenibile carenza di medicinali nelle farmacie

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di Gaetano Consalvo

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Da diverso tempo si registra uno strano “fenomeno” che può mettere a rischio la salute di pazienti affetti da varie malattie: l’impossibilità di reperimento di medicinali nelle farmacie di tutta Italia. È una circostanza che sembra  assumere dimensioni veramente insostenibili.

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Il problema riguarda tutte le categorie di farmaci: si va dai più comuni medicinali a quelli più specialistici e salva vita che molto spesso non sono sostituibili. Questa situazione, oltre a creare un disagio di natura psicologica, economica e sociale rischia di mettere seriamente a repentaglio la salute di molti ammalati. Le conseguenze si possono rivelare gravissime: possono provocarsi seri danni, a volte anche irreversibili. Spesso il cittadino utente di farmaci, già costretto a sostenere il peso di patologie più o meno gravi, si ritrova a girovagare da una farmacia all’altra nella speranza di trovare ancora qualche  vecchia giacenza nelle scorte di magazzino. A tale disagio si aggiunge  l’ansia di chi ha lasciato un parente in giovane o tarda età, da solo in casa.

Per alcuni farmaci la cronicità  carenziale si protrae addirittura da diversi anni, sebbene per essi non sia mai stato adottato alcun provvedimento di  revoca, sospensione o ritiro dal commercio. Nella maggior parte dei casi non vi è la possibilità di sostituzione con altre categorie di farmaci: generici, corrispondenti, equivalenti o bio-similari.  Le farmacie (e pensiamo soprattutto a quelle che operano nei piccoli e  piccolissimi centri di località sperdute e carenti di collegamenti) che in questo difficile frangente rappresentano il più diretto presidio col quale l’utente esasperato può interloquire, si ritrovano a fronteggiare una grave condizione di difficoltà e di estremo malessere.  Le farmacie non sanno cosa fare e a chi le gestisce non resta che cercare di arginare il problema cercando di adottare soluzioni provvisorie.

Ecco le strategie dei farmacisti: dopo i vani  e continui tentativi di approvvigionamento attraverso tutti i  canali consentiti, procedono in primo luogo alle dovute segnalazioni agli organi competenti. Quindi propongono al paziente una possibile sostituzione con farmaci corrispondenti o di pari efficacia terapeutica. Potrebbe essere opportuno,  dopo aver concordato col medico curante, modificare la terapia in corso, variandone il dosaggio e adattando una diversa posologia e una diversa somministrazione giornaliera, sempre là dove è possibile.

In alcuni casi inoltre si potrebbe pensare ad una sostituzione con farmaci galenici o preparazioni magistrali.

Attualmente il problema sta raggiungendo livelli preoccupanti ed estesi.

La questione non riguarda ormai solo il territorio nazionale: riguarda l’intera Europa. Un problema che, quindi, non può essere affrontato dai singoli Stati. Si rende indispensabile e urgente una necessaria e comune normativa europea che coinvolga tutti gli anelli della catena di distribuzione dei farmaci e ne individui le responsabilità delle attuali carenze di fornitura.

Quali possono essere gli interessi per cui si verifica un  simile stato di cose e quale la reale natura? Economici, produttivi, politici, di accentramento della distribuzione o, addirittura, di strategia per monopolizzare intere categorie di farmaci?

Una inchiesta in merito da parte del Ministero della Sanità potrebbe dare risposte prima che la situazioni si aggravi ulteriormente.

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