Novità sulla tassazione auto per imprese e dipendenti

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Dott. Mirco Arcangeli Commercialista

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Catania – Milano

Siamo alle politiche economiche dell’assurdo

Le tasse sulle auto che colpiscono l’industria automobilistica ed i dipendenti non rappresentano scelte per lo sviluppo dell’economia.

Dopo una serie di rimbalzi sulle percentuali si va consolidando la seguente ipotesi:

Ad esclusione delle auto ibride o elettriche, nel caso in cui venga concessa al dipendente l’auto dell’azienda, il calcolo del fringe benefit passa dal 30% al 60%, ovvero dal 30% al 100%

Vediamo in premessa come funziona, in sintesi, il sistema di tassazione sull’auto.

Ricordiamo che l’auto aziendale per le imprese produce costi parzialmente deducibili a livello fiscale. Cioè solo il 20% dei costi è detraibile, ed in caso di acquisto auto su un massimo di 18.075,99 euro (art. 164, co. 1, lett. b) del TUIR).

Quando l’auto aziendale è concessa per uso promiscuo al dipendente, (art. 164, co. 1, lett. b-bis) del TUIR), l’azienda può dedurre i costi relativi all’autovettura, come i costi di manutenzione, assicurazione o carburante, per un valore massimo del 70% del loro complesso. Nel caso in cui l’uso dell’auto aziendale sia ammesso per un periodo di tempo minore rispetto al periodo di imposta, si potrà ottenere la deduzione del 70% dei costi solo per l’arco temporale in cui l’auto sia stata usata promiscuamente. Per la parte restante dell’anno la deducibilità concessa è pari al 20%.

Nel caso di veicoli utilizzati come beni strumentali è ammessa la deduzione totale dei costi al 100%. Per bene strumentale si intende l’auto aziendale utilizzata per un’attività che non potrebbe essere esercitata senza il veicolo stesso.

Per quanto riguarda la detrazione dell’IVA questa è da tempo ridotta al 40% sulle spese dell’auto sostenute.

L’utilizzo dell’auto aziendale, da parte del dipendente, per spostamenti di varia natura, sia personali che lavorativi, è considerato un compenso in natura che dovrà essere inserito nella busta paga del dipendente usufruente della vettura, quale “fringe benefit”.

Ai sensi dell’articolo 51 comma 3 del TUIR, per i compensi in natura maggiori di 258,23 euro annuali scatterà la tassazione, mentre per valori più bassi è prevista l’esenzione fiscale e contributiva.

Il valore del compenso in natura (per la parte dell’uso personale) da assoggettare, in capo agli utilizzatori, a tassazione (Irpef e addizionali) anche ai fini previdenziali, è pari al 30% «dell’importo corrispondente a una percorrenza convenzionale di 15mila chilometri, calcolato sulla base del costo chilometrico di esercizio, desumibile dalle tabelle nazionali» Aci, «al netto degli ammontari eventualmente trattenuti al dipendente» (al lordo dell’Iva della fattura che va pagata nell’anno).

La manovra economica interviene su questa ipotesi (veicoli concessi in uso promiscuo ai dipendenti), intendendo modificare il calcolo del fringe benefit dal suddetto 30% dell’importo corrispondente ad una percorrenza convenzionale di 15.000 km, al 100% per le auto superinquinanti e al 60% per le altre (escluse ibride ed elettriche che restano al 30%).

Quindi oggi un’azienda che concede l’auto aziendale al proprio dipendente detrae solamente il 70% dei costi, ed il dipendente (avendo in uso un bene dell’azienda) riceve un fringe benefit, sul quale dovrà essere tassato. Con la modifica intesa ad aumentare la base imponibile del fringe benefit inevitabilmente aumenterà la tassazione per il dipendente che ha in uso l’auto.

Nell’ultima versione della proposta di modifica fiscale, si interviene come detto, sull’ipotesi di auto concessa in uso al dipendente:

Per i dipendenti che usano auto aziendali ibride o elettriche, il Fringe Benefit sarà calcolato sempre allo stesso modo (nessuna modifica) e cioè con il 30% dell’importo corrispondente a una percorrenza convenzionale di 15mila chilometri calcolato come sopra detto.

Per i dipendenti che usano auto aziendali superinquinanti, il Fringe Benefit sarà calcolato sull’importo corrispondente a una percorrenza convenzionale di 15mila chilometri calcolato come sopra detto (senza riduzione al 30%) con triplicazione quindi della base imponibile. Potrebbero essere penalizzati i modelli meno recenti, che non rispettano gli standard emissivi Euro 6 ovvero potrebbero essere penalizzati i modelli anche recentissimi che hanno consumi elevati e i motori a benzina verrebbero sempre penalizzati più dei diesel. (vedremo alla fine cosa sarà scritto)

Dalla carta di circolazione del mezzo si potrà capoire se l’auto rientra nell’aumento, riquadro V7. Qui è riportato il valore di emissioni rilevato secondo il nuovo ciclo di guida europeo: se è superiore ai 160 grammi di CO2 per chilometro percorso si dovrà mettere in conto l’aumento. Tra le auto aziendali interessate ci sono quelle di grossa cilindrata come SUV e auto sportive, ma anche vetture più comuni come utilitarie e veicoli di media grandezza, quali: la Fiat 500X, la Fiat 500L, la Fiat Tipo, la Ford Focus, la Alfa Romeo Giulietta e molte altre.

Per i dipendenti che usano auto aziendali diverse dai casi precedenti, il Fringe Benefit sarà calcolato con il 60% dell’importo corrispondente a una percorrenza convenzionale di 15mila chilometri calcolato come sopra detto (anziché 30%). Questa ipotesi riguarderà un pò tutti, dalla Panda alla Y, dalla C3 alla Polo.

Nella strategia del Governo si dovrebbe produrre un incremento di gettito di oltre mezzo miliardo di euro, ma potrebbe tradursi in una vera e propria stangata per centinaia di migliaia di lavoratori.

Infatti l’aumento della tassazione peserà da diverse centinaia a qualche migliaio di euro.

Da simulazioni pubblicate, un dipendente che guida una 500 aziendale potrebbe ritrovarsi con un maggior reddito di circa 1.800 euro (si passa dai 1.772 euro attuali ai 3.545 euro del prossimo anno), con un incremento di 673 euro di tasse in più da versare ogni anno (per lo scaglione di reddito da 28 mila euro).

Nel caso di SUV (Jeep Compass), il maggior reddito passerebbe da 2.500 euro a 8.400 euro circa, per una maggiore tassazione di oltre 2.000 euro (per i redditi superiori ai 55 mila euro annui).

Inoltre l’aumento del valore del fringe benefit comporterà ulteriori costi indiretti: potrebbe far ridurre le detrazioni per lavoro dipendente e quelle per gli eventuali familiari a carico; in caso il reddito complessivo superi il limite di 24.600 euro, non si potrà più fruire pienamente degli 80 euro del bonus Renzi; nel caso il reddito complessivo superi i 120.000 euro, il contribuente avrà una riduzione degli oneri detraibili.

Va evidenziato che con la Legge di stabilità 2013 c’è stato un primo forte ridimensionamento sulla deducibilità delle auto aziendali, che ha portato dal 40% al 20% la deducibilità generale e dal 90% al 70% quella per i veicolo concessi ai dipendenti.

Le imprese già dal 2012 stavano valutando l’ipotesi di passare al rimborso chilometrico, perché la già limitata deducibilità e detraibilità dei costi di acquisizione e utilizzo delle auto aziendali era stata ulteriormente tagliata.

Ora con questo nuovo intervento si potrebbe far strada la scelta di abbandonare la mobilità aziendale azzerando le flotte aziendali, per passare al rimborso chilometrico al dipendente per l’uso della propria auto, su percorrenze fuori comune, per ragioni di lavoro. Rimborsi totalmente detraibili per l’azienda e totalmente esentasse per il dipendente.

Meditiamo.

Dott. Mirco Arcangeli

Commercialista in Catania e Milano

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