di Luigi Asero
L’autostrada Palermo Catania, denominata A19 ma che dovrebbe prendere invece la denominazione di “Autostrada della Vergogna” è nel caos più totale. Lavori a macchia d’olio per tutti i 190 Km e su entrambe le carreggiate. O meglio, spesso cantieri vuoti senza né operai né macchinari. O cantieri dove ogni sei mesi al massimo si sostituiscono i giunti, o continui cambi di corsia e dove quasi tutti i viadotti sono a “corsia ristretta”per diminuire il peso in transito. Dove si profila la chiusura per ben due anni dello svincolo di Enna. E mille altri problemi, come per esempio le “cascatelle d’acqua in galleria” o le gallerie non illuminate. Restano solo i disagi per gli utenti. Qualcuno dice “eh ma non si paga per fortuna”, rispondiamo che mancherebbe solo questa beffa in una Sicilia dove pensare di percorrere le Strade Statali sarebbe follia pura.
Da giorni la scandalosa situazione per i mezzi pesanti costretti a uscire dall’autostrada a Resuttano per proseguire lungo tortuose Strade Statali e Provinciali. Oggi l’ulteriore beffa: Anas comunica:
In merito al percorso alternativo previsto per i mezzi pesanti diretti da Palermo a Catania lungo l’autostrada A19 “Palermo-Catania”, è stata istituita l’uscita obbligatoria allo svincolo di Tremonzelli. Il percorso alternativo per i mezzi pesanti eccedenti le 3,5 tonnellate, come indicato dai pannelli a messaggio variabile lungo l’autostrada prevede l’uscita allo svincolo di Tremonzelli e, dopo avere percorso le strade statali 120, 117, 121 e la strada provinciale sp33, il rientro in autostrada allo svincolo di Mulinello”.
“Tale disposizione si è resa necessaria in seguito all’istituzione, da parte del Libero Consorzio di Caltanissetta, del divieto di transito ai mezzi pesanti lungo la sp 19. L’autostrada potrà essere percorsa fino a Resuttano, pertanto, esclusivamente dai mezzi pesanti che abbiano tale località come destinazione finale
Cosa vuol dire? Per esempio che i mezzi pesanti provenienti da Palermo e diretti a Caltanissetta o Agrigento (e ogni paese/cittadina collegati) dovranno proseguire via Strade Statali e Provinciali fino a Enna e da Enna tornare indietro (sempre a mezzo Statale) verso Caltanissetta per poi dirigersi verso l’ambita meta finale.
Tutto ciò con un notevole aggravio di costi in termini di consumo carburante (che incide sulle spese di trasporto), in termini di sicurezza stradale e in termini di pericolosità per i territori attraversati.
Una situazione al limite dell’insostenibile per la quale sorgono -almeno allo scrivente- due domande, tanto per iniziare. La prima: come mai le associazioni degli autotrasportatori (e delle aziende di trasporto pubblico regionale) non scendono in campo con uno sciopero a oltranza volto a sensibilizzare una volta per tutte autorità politiche regionali e nazionali, magistratura e organi inquirenti. E la seconda, ma non certo “secondaria”: a chi giova che la Sicilia sia sempre più isolata e viva sempre maggiori difficoltà in ogni ambito? Forse potrebbe aiutare a dipanare l’assurda matassa un magistrato come il Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri che è stato capace di toccare “colletti bianchi” e massoneria (la cosiddetta masso-mafia insomma)?