Tre funzionari del CAS (Consorzio Autostrade Siciliane) sono stati condannati per omicidio colposo in merito alla tragica morte della 27 enne Provvidenza Grassi. La donna, letteralmente scomparsa nel nulla nella notte tra il 9 e il 10 luglio del 2013 si scoprì poi essere precipitata da un viadotto, il suo cadavere dentro la sua Fiat 600, fu scoperto casualmente da un tecnico di Enel intervenuto per un’operazione di manutenzione della linea elettrica. Era il 23 gennaio 2014. Nel frattempo era stato anche indagato il fidanzato -ovviamente assolutamente estraneo ai fatti- anche se poi l’indagine fu archiviata. Poi appunto il tragico epilogo. Nessuno si era accorto dell’auto letteralmente “volata” giù in un’area impervia e disabitata, all’uscita di una galleria, all’imbocco del viadotto Bordonaro.
L’accusa per tutti i funzionari e dirigenti del CAS fu di omissione in atti d’ufficio per l’incuria nella quale versava il viadotto autostradale Bordonaro. Al termine del processo invece l’accusa è caduta per tutti gli imputati e soltanto per il reato di omicidio colposo sono stati condannati dal Tribunale di Messina i funzionari Maurizio Trainiti e Letterio Frisone, ad un anno di reclusione mentre due anni sono stati decisi per Gaspare Sceusa. Assolti per non avere commesso il fatto gli ex presidenti del Cas Patrizia Valenti, Calogero Berlingheri, Antonino Gazzara, Antonino Minardo, e gli ex commissari Anna Rita Corsello, Benedetto Dragotta, Matteo Zapparata, e Mario Pizzino.