“Il suo regno del terrore è finito“. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha concluso così una breve dichiarazione dalla sua redazione di Mar-a-Lago, in Florida, parlando del raid durante il quale la notte scorsa è stato ucciso il generale iraniano Qassem Soleimani, che “stava pianificando imminenti e sinistri attacchi contro diplomatici e militari americani“. “Lo abbiamo preso e lo abbiamo eliminato”, ha detto.
“Quello che gli Stati Uniti hanno fatto ieri avrebbe dovuto essere fatto molto tempo fa – ha sottolineato Trump -. Molte vite sarebbero state risparmiate”. Gli Stati Uniti, ha poi assicurato il presidente, “hanno i migliori militari dappertutto nel mondo, abbiamo la migliore intelligence nel mondo e se gli americani in qualsiasi luogo vengono minacciati, abbiamo già tutti gli obiettivi identificati e sono pronto a prendere qualsiasi azione sia necessaria e questo si riferisce in particolare all’Iran”. “La scorsa notte abbiamo agito per fermare una guerra, non abbiamo agito per iniziare una guerra“, ha quindi sottolineato ancora assicurando di “non volere un cambio di regime” a Teheran. “L’aggressione del regime iraniano nella regione, compreso l’uso di combattenti per destabilizzare i vicini, deve finire e deve finire adesso”, ha scandito.
Il generale, aveva scritto su Twitter qualche ora prima, “ha ucciso o ferito migliaia di americani in un lungo periodo di tempo e stava pianificando di ucciderne molti altri…ma lo abbiamo preso”. Per il presidente Usa, Soleimani era “direttamente o indirettamente responsabile della morte di milioni di persone, compresi i tanti manifestanti uccisi in Iran”. Secondo Trump, “anche se l’Iran non lo ammetterà mai, Soleimani era odiato e temuto nel suo Paese: non sono rattristati come i leader fanno credere al mondo esterno: avrebbe dovuto essere eliminato molti anni fa“. E ancora: “Gli Stati Uniti hanno pagato all’Iraq miliardi di dollari all’anno, per molti anni. Questo, in cima a tutto il resto, è quello che abbiamo fatto per loro. Gli iracheni non vogliono essere dominati e controllati dall’Iran, ma in ultima analisi è una loro scelta“, afferma il presidente Usa. “Negli ultimi 15 anni l’Iran ha ottenuto sempre più controllo sull’Iraq e gli iracheni non ne sono contenti. Non finirà mai bene”, afferma ancora Trump.
In mattinata, a commento del raid, il presidente Usa aveva postato su Twitter l’immagine della bandiera americana. Nessuna dichiarazione aveva accompagnato l’immagine, postata poco dopo la diffusione del comunicato con cui il Pentagono ha definito il raid intrapreso su ordine del presidente “un’azione difensiva”. Poi il primo tweet: “L’Iran – scriveva Trump – non ha mai vinto una guerra, ma non ha mai perso un negoziato!”, un concetto che aveva già espresso a fine luglio.
Iran minaccia: “Ci vendicheremo”
L’Iran ”vendicherà” l’uccisione del generale Qassem Soleimani, avvenuta a Baghdad in un raid aereo ordinato dal presidente americano Donald Trump. Parola del presidente iraniano Hassan Rohani, che in una lettera postata sul suo sito ufficiale ha scritto: ”Indubbiamente, l’Iran e altri Stati indipendenti vendicheranno questo crimine terribile commesso dagli Stati Uniti”. Rohani ha aggiunto che ”questo atto è un’altra macchia scura sugli Stati Uniti”.
“Con la sua scommessa, Trump ha spinto l’America nella situazione più pericolosa della regione”, ha twittato lo stretto consigliere del presidente iraniano Hassan Rohani, Hesamodin Ashna. “Chiunque attraversi le linee rosse deve essere pronto a sopportarne le conseguenze”, ha aggiunto.
Il leader supremo Ayatollah Ali Khamenei ha minacciato gli Stati Uniti di una “dura ritorsione” e ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. “Il sentiero intrapreso da Soleimani continuerà ad essere seguito, ma i responsabili dell’attacco che ha causato la morte del generale dovranno far fronte ad una grave ritorsione”, ha dichiarato Khamenei, citato dalla televisione iraniana. La morte di Soleimani, ha aggiunto, non avrà ripercussioni sulla vittoria finale dell’Islam “sugli imperialisti”.
Esprimendo le sue condoglianze e parlando di ”atto terroristico” e di ”crimine orrendo”, il ministro della Difesa iraniano, il generale Amir Hatami, ha promesso ”vendetta”. In un messaggio, rilanciato dall’agenzia di stampa Irna, Hatami scrive che ”senza dubbio, il crimine ha mostrato ancora una volta con chiarezza la natura malvagia degli Stati Uniti e dimostra il loro sostegno ai terroristi nella regione e in Iraq”. Hatami ha aggiunto che ”chi ha orchestrato questo atto terroristico e chi lo ha compiuto dovranno affrontare una risposta schiacciante”.
Tra le vittime del raid americano, anche Abu Mahdi al-Mohandes, vice capo delle Unità di mobilitazione popolare sciite irachene (Hashed al-Shaabi), il cui comandante, Qais al-Khazali, ha detto ai suoi miliziani di essere “pronti a combattere”. ”In cambio del sangue del martire Abu Mahdi al-Mohandes ci sarà l’eliminazione di tutta la presenza militare americana in Iraq”, ha dichiarato al-Khazali. ”In cambio del sangue del martire Qassem Soleimani verrà eliminata l’esistenza di Israele”, ha aggiunto al-Khazali.
Intanto il Consiglio supremo di sicurezza iraniano si riunirà in via straordinaria per discutere dell’uccisione del generale Qassem Soleimani. ”Nelle prossime ore un vertice straordinario del Consiglio nazionale supremo della sicurezza si riunirà per discutere dell’attacco criminale contro la macchina del comandante Soleimani a Baghdad, che ha portato al suo martirio”, ha annunciato il suo portavoce Keyvan Khosravi.
IRAQ – Dura condanna anche dal primo ministro iracheno dimissionario Adel Abdul-Mahdi, che ha definito l’attacco una ”aggressione” nei confronti dell’Iraq, oltre che di una ”violazione di sovranità”, affermando che si tratta di una “pericolosa escalation”. Abdul-Mahdi ha quindi ricordato Abu Mahdi Al-Mohandes, il numero due delle potenti milizie sciite delle Unità di mobilitazione popolare, le Hashd Shaabi, oltre a Soleimani, comandante delle Forze al-Quds. Il premier iracheno li ha definiti ”simboli” della vittoria irachena sui militanti dello Stato Islamico (Isis). ”L’assassinio di un comandante militare iracheno rappresenta una aggressione nei confronti dell’Iraq come Stato, come governo e come popolo”, ha detto Abdul-Mahdi in una nota. ”Portare avanti operazioni di eliminazione fisica contro esponenti iracheni di spicco o di un Paese fraterno in territorio iracheno rappresenta una flagrante violazione della sovranità dell’Iraq”, oltre a una ”pericolosa escalation che scatena una guerra distruttiva in Iraq, nella regione e nel mondo”, ha aggiunto.
Decine di migliaia di persone stanno manifestando per le strade di Teheran e in centinaia di altre città in Iran per protestare contro il raid aereo americano che ha portato all’uccisione del generale Qassem Soleimani a Baghdad. Lo riferiscono i media iraniani, affermando che durante le manifestazioni sono stati intonati slogan di ”Morte all’America” e ”Vendetta, vendetta”. (Adnkronos)