di Luigi Asero
La denuncia è forte, la denuncia è -come spesso su questo giornale affermato- a nostro modo di vedere assolutamente verosimile sebbene manchino conferme ufficiali che dai governanti italiani e siciliani in primis, non arriveranno mai. Sarà che la Sicilia è “terra di omertà” (più politica che mafiosa) fatto sta che per sentire una voce un po’ più forte della nostra “flebile vocina” bisogna andare sul sito internet del Partito Comunista Italiano, dove Luca Cangemi della segreteria nazionale, denuncia a chiare lettere: “La base di Sigonella è coinvolta nell’uccisione di Soleimani, ne parliamo?“
Afferma Cangemi:
Un’operazione della rilevanza strategica enorme quale quella dell’uccisione del generale Soleimani), condotta con i droni, coinvolge necessariamente la base di Sigonella, che insieme alla stazione di Ramstein in Germania, ha un ruolo centrale nella gestione degli aerei senza pilota e nei nuovi sistemi di guerra automatizzati. Questo dovrebbe porre dei pressanti problemi di ordine politico ma anche Costituzionale al governo e al Parlamento. Invece c’è il silenzio.
Quel silenzio di cui noi per primi ci lamentiamo, chiedendo non soltanto ai governanti che si sono succeduti nei decenni, ma in primis ai siciliani di chiedere chiarezza perché le basi militari presenti sul territorio se è pur vero che possono costituire una “solida difesa” come i siciliani pensano, sono anche con il loro operare un “target strategico” che adesso più che mai dovrebbe preoccupare la popolazione. Invece su tutto cala il silenzio, in cambio di poche case affittate, di pochi benefici, di qualche aiuola ripulita, come se non si pagassero già le tasse per questi “servizi”.
Invece no, regna il silenzio. Silenzio che al centro di una crisi internazionale come quella che il mondo sta vivendo proprio in questo inizio del nuovo decennio dovrebbe far ben riflettere. E dal Governo nazionale poi… peggio c’andar di notte. Il vuoto cosmico contiene più parole e prese di posizione.
No. L’attacco condotto a Baghdad non può prescindere dall’utilizzo delle basi di Ramstein (Germania) e di Sigonella, Sicilia, Piana di Catania. Trinacria.
Spiega ancora Cangemi
Non è il caso di aprire una riflessione sul ruolo della base di Sigonella- continuamente rafforzata (insieme alla proiezione rappresentata dal MUOS di Niscemi) – e sulla sua compatibilità con la Costituzione Italiana e con gli stessi interessi nazionali dell’Italia?
Il ricercatore Antonio Mazzeo, che da anni ci informa sul gravissimo sviluppo in dotazione e ruolo della base di Sigonella, ci ha illustrato il forte dibattito che è aperto da anni nel Parlamento tedesco sulla stazione gemella di Ramstein. In Italia invece l’afasia assoluta di rappresentati istituzionali subalterni e spesso, ignoranti.
Uomini di governo e di stato che di fronte ad un gesto criminale ed irresponsabile, come quello compiuto dagli Stati Uniti a Baghdad, balbettano e annaspano.
Non abbiamo strumenti di analisi che ci consentano di stabilire con esattezza se l’ordine di Trump sia stato “criminale e irresponsabile”. Di sicuro se fosse un gesto “utile” è utile soltanto alla sicurezza americana, ma espone noi siciliani a rischi altissimi. La crisi che potrebbe generarsi potrebbe moltiplicare l’esodo verso l’Europa di centinaia di migliaia di persone in fuga da un’area oggi più che mai esplosiva, potrebbe generare nuovi squilibri con una Turchia che di fatto è andata a prendersi la Libia. Potrebbe fare di Sigonella quel “target” che certo noi non auspichiamo, ma che di sicuro temiamo.
Ma lì, a Roma, quel governo colorato (e non si capisce più quanti siano i colori in gioco) non dà risposte, non fa nulla per inibire l’uso di quelle basi (e nemmeno potrebbe essendo di fatto territorio “made in USA”), mentre qui ancora ci si prepara per la Befana, e per il Carnevale, e per il campionato… Come si dice… “futtemunninni”.
Scusate l’espressione, ma tanto stiamo parlando di cose “serie” per cui, sicuramente, non se ne accorgerà nessuno.