La Gran Bretagna dopo la Brexit chiuderà le porte ai lavoratori non qualificati e a chi non parla inglese. Sono queste le nuove linee sull’immigrazione presentate dal governo di Boris Johnson, basate su un sistema a punti simile a quello australiano. Fra le misure elencate sul sito del ‘Guardian’, viene anche specificato che alla frontiera non verranno più accettate carte d’identità di Paesi come Francia e Italia. Secondo il quotidiano, il motivo è di evitare che lavoratori extra Ue ingannino il sistema con carte d’identità falsificate.
Ma la scelta di aprire le porte solo a lavoratori qualificati, scrive il ‘Guardian’, non piace agli industriali che avvertono del rischio di conseguenze “disastrose” con perdite di posti di lavoro e chiusura di fabbriche, bar e ristoranti. Condanne sono giunte anche dall’opposizione laburista e liberaldemocratica, mentre il sindacato Unison parla di “disastro totale” per il settore della cura delle persone.
Il documento di 10 pagine diffuso dal governo sottolinea che la Gran Bretagna post Brexit chiuderà le porte ai lavoratori non qualificati e a chi non parla inglese: per venire nel Regno Unito bisognerà avere un’offerta di lavoro con un salario minimo di 25.600 sterline, anche se saranno possibili eccezioni per un salario fino a 20.480 nei casi in cui ci sia carenza di lavoratori, come per gli infermieri. Artisti, sportivi e musicisti potranno continuare a venire per spettacoli, gare o audizioni.
Per venire a lavorare in Gran Bretagna bisognerà ottenere 70 punti, in una scala che assegna un punteggio per determinati criteri come la conoscenza della lingua, l’offerta di un lavoro, la mancanza di lavoratori in quel settore, le qualifiche professionali. Si potrà venire in visita fino a sei mesi senza visto, ma non sarà possibile lavorare. E non ci saranno permessi di lavoro, sottolinea la Bbc, per migranti disponibili a lavori meno qualificati in alberghi, ristoranti, case di riposo per anziani e il settore agroalimentare. È però previsto uno schema per 10 mila persone per i lavoratori stagionali in agricoltura, così come vi saranno “accordi per la mobilità giovanile” per apriranno ogni anno le porte a 20mila giovani.
Il nuovo sistema porterà in Gran Bretagna “i migliori e i più brillanti”, ha detto il ministro dell’Interno Priti Patel alla Bbc, spiegando che il governo vuole “incoraggiare le persone con il giusto talento” e “ridurre il livello di chi viene in Gran Bretagna con basse qualifiche”. L’obiettivo è raggiungere “un’economia altamente qualificata, altamente formata e altamente produttiva”.
Nel sottolineare che non vi sarà una strada d’ingresso per i lavoratori non qualificati, il governo britannico esorta gli imprenditori ad “adattarsi e aggiustarsi” alla fine della libertà di movimento. “È importante – si legge nella presentazione del nuovo sistema – che i datori di lavoro non si affidino più al sistema dell’immigrazione come alternativa agli investimenti per la conservazione dello staff, la produttività e investimenti nella tecnologia e l’automazione”. (Adnkronos)