Coronavirus: farmaco anti-malaria può bloccare infezione?

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Una svolta nella lotta al nuovo Coronavirus? Troppo presto per affermarlo ma la ricerca sta provando ogni possibile soluzione e qualcuna di queste è una vera sorpresa. Ricercatori cinesi hanno infatti scoperto che l’antimalarico clorochina può effettivamente inibire in vitro la nuova infezione da coronavirus. I ricercatori dell’Istituto di virologia di Wuhan, coordinati dall’Accademia cinese delle scienze e dall’Istituto di farmacologia e tossicologia di Pechino, hanno riferito su ‘Cell Research’ di aver valutato il potere antivirale di sette farmaci in vitro.

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La clorochina, un antimalarico ampiamente utilizzato, è noto per la sua capacità di bloccare le infezioni virali modificando il valore di acidità e basicità all’interno della cellula e interferendo sui recettori del coronavirus della Sars (sindrome respiratoria acuta grave). Nell’ultimo studio, la clorochina mostra un effetto antivirale nelle fasi di ingresso e post-ingresso della nuova infezione da coronavirus nelle cellule Vero E6. Le cellule Vero E6, derivate dal rene di una scimmia verde africana, sono una delle linee cellulari di mammiferi comunemente usate nella ricerca in microbiologia e biologia molecolare e cellulare.

La clorochina ha mostrato nello studio anche un’attività immunomodulante, cosa che può migliorare il suo effetto antivirale in vivo. Non solo, i ricercatori hanno osservato che la clorochina è ampiamente distribuita in tutto l’organismo, compresi i polmoni, dopo una somministrazione orale. Secondo gli studiosi si tratta di un farmaco economico e sicuro, che è stato usato per oltre 70 anni e appare potenzialmente clinicamente applicabile contro il nuovo coronavirus.

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Sun Yanrong, vicedirettore del China National Centre for Biotechnology Development, ha confermato l’effetto della clorochina nell’inibire la nuova infezione da coronavirus in una conferenza stampa tenuta ieri dalla National Health Commission. La clorochina e alcuni altri farmaci antivirali, così come alcuni medicinali tradizionali cinesi che contengono ingredienti antivirali attivi, sono stati selezionati come candidati farmaceutici per ulteriori esperimenti sugli animali e per studi clinici. (Adnkronos)

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