di Alfio Musarra
Continuano senza sosta gli arresti a Catania. Questa volta, su delega della Procura distrettuale, i Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, nei confronti di sei persone, indagate a vario titolo per i reati di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e connessi reati-fine, fatti aggravati dal metodo mafioso e dal fine di agevolare l’associazione mafiosa “Cappello-Bonaccorsi”.
Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Gravina di Catania, sono scattate nel marzo 2018 e coordinati dalla Procura di Catania guidata da Carmelo Zuccaro, ha tratto spunto dalle emergenze investigative acquisite nell’ambito di una precedente indagine “Notti Bianche” che aveva consentito di individuare l’esistenza di un gruppo criminale diretto dai “Cappello- Bonaccorsi” specializzati alla commissione di reati contro il patrimonio con la tecnica della cosiddetta “spaccata/esplosione” dei bancomat/postamat, nel territorio di Catania, Siracusa ed Enna.
Le indagini effettuate mediante attività tecniche e dinamiche,anche grazie alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno permesso di fare emergere l’operatività dell’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, di cui si è potuto definire in dettaglio la struttura, le posizioni di vertice, i ruoli dei singoli membri, nonché le dinamiche ed il sistema con cui il gruppo operava e gestiva le “piazze di spaccio”. Nel corso del blitz, gli investigatori hanno scoperto che alcuni di loro avevano riempito una culla con dentro un neonato piena di banconote con le quali hanno pure scritto per iniziale “Tvb”, “Ti voglio bene”.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, una piazza di spaccio veniva gestita a Francofonte (SR) da Sebastiano Castiglia, mentre le altre due erano attive nella provincia di Catania, quartiere “Pigno” Secondo la ricostruzione era gestita da Sebastiano Miano e Alfredo Blancato. Altra piazza nel quartiere di Librino meglio conosciuta come la “Fossa dei Leoni”, gestita, secondo la ricostruzione degli investigatori, da Rosario Ragonese e Maurizio Girone.
Le indagini hanno consentito inoltre di accertare che i proventi derivanti dall’attività illecita di traffico di sostanze stupefacenti, del tipo marijuana e cocaina, erano finalizzati ad assicurare il mantenimento in carcere dei detenuti ed a favorire gli interessi del clan Cappello- Bonaccorsi. I promotori ed organizzatori del gruppo, inoltre detenevano e avevano la disponibilità di armi anche da guerra. Tra i destinatari del provvedimento ci sono Alfredo Blancato, di 37 anni; Sebastiano Miano, di 26, entrambi detenuti nel carcere di piazza Lanza a Catania; Salvatore Musumeci, di 26, detenuto a Cosenza; Federico Silicato, di 31 e Sebastiano Castiglia, di 32, detenuti nel supercarcere di Bicocca; Gaetano Spataro, di 25 (detenuto a Brescia). (CataniaOggi)