Le cicale cantano nel nostro silenzio

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di Salvo Zappulla

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Penso che farebbe molto bene alle nuove generazioni leggere libri come questo, “Le cicale cantano nel nostro silenzio” di Giorgio Bona, edito dalla casa editrice siciliana  “Gruppo Editoriale Bonanno”, per rendersi conto che le conquiste sociali, i diritti, il benessere di cui godiamo oggi non sono cose scontate ma frutto di lotte, sacrifici, sudore e sangue versato. I ricchi non hanno mai voluto cedere un briciolo dei loro privilegi. I poveri hanno dovuto  pagare un prezzo altissimo per ottenere una vita più dignitosa.

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Giorgio Bona ci porta indietro nel tempo, agli inizi del Novecento, nelle risaie del vercellese, in piena rivolta delle mondine che si ribellavano alle condizioni di vita disumane, assemblando con grande maestria riferimenti storici, fatti realmente accaduti, personaggi esistiti e finzione letteraria. Il risultato è un romanzo estremamente credibile, ricco di colpi di scena, una trama che scorre fluida e appassiona il lettore fin dalle prime pagine. E quelle bandiere rosse che sventolavano macchiate del sangue dei lavoratori, i sindacalisti che non indietreggiavano nonostante le bastonate dei padroni e delle Forze dell’Ordine devono servirci a riflettere e a non abbassare mai la guardia: la democrazia, la nostra fragile democrazia, è un bene prezioso da tutelare e cullare come un pargoletto. E se oggi ognuno di noi è libero di sparare le proprie cazzate sui social è anche grazie a quelle mondine schiavizzate, umiliate, rese carne da macello, che hanno osato alzare la testa contro lo Stato tiranno per ottenere le otto ore giornaliere di lavoro.

Tutto questo Bona lo racconta egregiamente nel suo romanzo, facendoci accapponare la pelle.

 

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