È scomparso a 81 anni il pianista McCoy Tyner: non solo per il jazz ma per il mondo della musica una grande perdita.
Nato a Filadelfia nel dicembre del 1938, studia piano a 13 anni, il suo “faro” musicale un grande della tastiera, Bud Powell. A ventidue anni è già in una formazione di tutto rilievo, quella di Art Farmer e Benny Golson e subito dopo nello storico quartetto di John Coltrane, accanto a Elvin Jones alla batteria e Jimmy Garrison al contrabbasso. Ed è proprio con Coltrane che le “qualità” musicali di McCoy Tyner si mettono in luce: una creatività sonora che va oltre lo “stile”, un fraseggio profondo, toccante e inconfondibile. Brani come My Favorite Things, A Love Supreme, Aisha, Ballads (e tanti altri) a chi li ha ascoltati hanno lasciato emozioni che non si cancellano nel tempo. Passionale nelle sue esecuzioni, un “romantico” nella melodia espressiva caratteristica di un jazz raffinato e nel contempo penetrante. Con lui si sono ritrovati artisti come Freddie Hubbard, Joe Henderson, Art Blakey, Lee Morgan, Sonny Stitt, Sonny Rollins, Ron Carter, Lou Donaldson, George Benson, Al Foster, Avery Sharpe, Wayne Shorter, Jackie McLean, Bobby Hutcherson, Billy Cobham, Louis Hayes, Aaron Scott, Julian Priester.
Poche parole sono insufficienti per descrivere il “personaggio-Artista” McCoy Tyner, un musicista che ha interpretato e scritto pagine fondamentali nella storia del jazz, ricchi di vitalità e innovazione alle quali hanno attinto, come linfa essenziale, generazioni di musicisti.
In eredità McCoy Tyner ci lascia una significativa discografia, principalmente reperibile in ricercati vinili ed altri su cd.
S.B.