Catania: more, rovi e chiese paleocristiane

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di Santi Maria Randazzo

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Nel 1925 il Prof. Mario Libertini realizzava uno scavo archeologico a Catania, contrada Monte Po, per riportare alla luce i resti di una chiesa paleocristiana che era già stata oggetto di varie segnalazioni da parte di studiosi siciliani e stranieri; nel 1928 il Prof. Libertini pubblicava i risultati degli scavi nella sezione “Notizie degli scavi di antichità” degli Atti della R. Accademia Nazionale dei Lincei, vol. V, serie VI, fascicoli 4,5 e 6. Nell’articolo il Prof. Libertini inseriva anche una foto dei resti ed un disegno planimetrico, sotto riportati.

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Foto dei resti della Chiesa Paleocristiana di Monte Po, riportati alla luce dal Porf. Mario Libertini nel 1925 e datati al V secolo d.C.

 

Il disegno inserito nell’articolo pubblicato nel 1928 dal Prof. Mario Libertini raffigurante la planimetria della chiesa paleocristiana di Monte Po

Parte dei resti della Chiesa Paleocristiana di Monte Po erano ancora visibili, attraverso le foto satellitari storiche di google-maps, che ritraevano l’area sui cui si trovano i resti della chiesa di Monte Po, una di questa viene riportata qui ed è datata a qualche anno fa.

Purtroppo nel corso degli anni l’area e i resti di cui trattasi non sembrano aver ricevuto l’attenzione e la tutela da parte dei soggetti che hanno competenza in materia, atteso che la situazione nel corso degli anni è progressivamente peggiorata, caratterizzandosi  per la presenza  di una folta e rigogliosa foresta di rovi (con rigogliosa produzione di more) come può rilevarsi dalle tre sottostanti foto: la prima satellitare scattata alcuni anni fa, la seconda scattata a fronte del sito, la terza in loco dai bordi sud del sito.

Dopo aver preso atto della condizione in cui versa il sito di Monte Po, sempre nel marzo 2018, lo scrivente ha inviato una apposita segnalazione all’Assessore Regionale dei Beni Culturali, Alla Sovrintendenza di Catania, All’Assessore alla Bellezza del Comune di Catania, all’I.B.A.M.-C.N.R. di Catania, Al Direttore della Scuola di Specializzazione in Archeologia dell’Università di Catania, all’Ufficio Beni Culturali dell’Arcivescovato di Catania: a quando il ripristino e la valorizzazione del sito da parte degli Enti preposti e funzionalmente competenti? A questo punto, pertanto, ci si attende di sapere.

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