Coronavirus: come va nel resto del mondo?

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Il Coronavirus non è emergenza solo cinese e solo italiana. È invece emergenza mondiale dopo che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha alzato venerdì lo status ad “alto rischio globale”. Se l’epidemia finora ha dato l’impressione di colpire prevalentemente la Cina (dove è iniziata la diffusione) e l’Italia ora l’escalation in vari Stati fa alzare l’attenzione mondiale. Per esempio in Germania si è passati dai 30 contagi di venerdì ai 60 di sabato e ai 117 di oggi domenica 1 marzo.

Oggi è riportata la notizia che anche lo scrittore cileno Luis Sepúlveda 70 anni, è il primo paziente celebre ad essere stato contagiato da Covid19 e attualmente si trova ricoverato nel reparto di malattie infettive del Central University Hospital of Asturias di Oviedo, in Spagna, dopo aver fatto ritorno da un viaggio in Portogallo dove ha partecipato ad un festival letterario.

Ma qual è il quadro generale? Non è certo confortante, anche se -sia chiaro- non c’è nulla di apocalittico in questa che è semplice cronaca e che alla fine riporta un numero di vittime certamente inferiore a quello delle quotidiane imprudenze stradali che portano a centinaia di morti sulle strade del mondo. Tutti i giorni. Ma qui si parla di coronavirus nella sua versione (sconosciuta) del 2019, ossia Covid-19. E di questo dobbiamo parlare senza allarmismi ma perché ognuno sia responsabile e comprenda che deve assumere le necessarie precauzioni.

Intanto ci piace riportare un successo della chirurgia dei trapianti in Cina dove è stato effettuato il primo trapianto al mondo su un paziente con Covid-19. L’intervento al polmone è stato portato a termine sabato 29 febbraio, dopo 5 ore di sala operatoria, da un team del Wuxi People’s Hospital. Il paziente, un uomo di 59 anni, è in condizioni stabili. L’organo – riporta su Twitter il China Global Television Network (Cgtn) – è arrivato da un donatore della Provincia di Henan ed è stato trasportato su un convoglio ferroviario dell’alta velocità. La notizia in Italia è stata data dall’agenzia Adnkronos. Inoltre, sempre in Cina, sono già 41.625 le persone guarite, oltre il 50% cioè dei contagiati. Mentre le vittime sarebbero a oggi 2.870.

L’Italia è in cima alla classifica europea per contagi e vittime. Dati che pongono il nostro – secondo l’Ecdc – al quarto posto per decessi nel mondo ma questo non significa che l’Italia abbia gestito male l’emergenza, quanto piuttosto che forse l’incubazione prevista inizialmente in 15 giorni potrebbe avere in realtà una tempistica differente come già alcuni ricercatori cinesi avevano provato ad avvertire.

Diverse le compagnie aeree straniere che hanno bloccato tutti i voli da e verso l’Italia. Dall’American Airlines alla Delta e Turkish Airlines. Le autorità francesi hanno vietato gli eventi pubblici di massa, annullando la mezza maratona e al momento sarebbe chiuso anche il Museo del Louvre.

Un italiano di 62 rientrato il 22 febbraio a Santo Domingo rappresenta il primo caso di contagio della Repubblica Dominicana.

Andiamo ai numeri. Il totale mondiale dei contagi aggiornato a oggi è 87.470 di cui 2.990 decessi (gran parte nella zona del focolaio iniziale di Wuhan (2.870). Oltre 42 mila i ricoverati nel mondo.

Altri Paesi colpiti dall’epidemia sono la Corea del Sud (oltre 3.500 contagiati e 17 vittime), Iran (54 vittime ma fonti non confermate parlano di 210 vittime), Giappone, Germania, Singapore, Francia, Hong Kong, Spagna, USA, Kuwait, Thailandia, Bahrein, Taiwan, Regno Unito, Malesia, Australia, Svizzera, Emirati Arabi Uniti, Canada, Iraq, Vietnam, Norvegia, Svezia, Olanda, Macau, Libano, Austria, Israele, Oman, Croazia, Pakistan, Messico, Grecia, Repubblica Ceca, Georgia, India, Danimarca, Filippine, Finlandia, Romania, Azerbaigian, Belgio, Russia, Brasile, Afghanistan, Qatar, Nepal. Lituania, Cambogia, Irlanda, Nigeria, Ecuador, Algeria, Islanda, Armenia, Repubblica Dominicana, San Marino, Macedonia, Lussemburgo, Monaco, Bielorussia, Nuova Zelanda, Estonia, Egitto e Sri Lanka.

Come possiamo pertanto intuire l’epidemia ha avuto grande facilità a diffondersi nel mondo, anche se in parecchi degli Stati citati parliamo di uno o massimo cinque casi rilevati e spesso si tratta di persone rientrate da Paesi già fonti di contagio come la citata Repubblica Dominicana.

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