di Salvo Barbagallo
Come premessa ci si chiede: è ancora doverosa e utile l’informazione che viene data dai giornali non omologati? Ci si chiede ancora: è utile proporre opinioni che possono discostarsi dai luoghi comuni ai quali la collettività è ormai assuefatta? Se si dovesse dare una risposta negativa, si finirebbe con il cedere all’autocensura e chiudere bottega senza perdere tempo.
La pandemia ha cambiato tutto, non solo in Italia: il numero delle vittime impressiona, terrorizza e ciò nel nostro Paese ha favorito l’applicazione delle misure di contenimento adottate dal Governo; le necessarie ristrettezze messe in atto sono state accettate dalla maggior parte dei cittadini, che non comprendono il perché possano sussistere in un momento così tragico eccezioni alle regole e il perché queste eccezioni vengano tollerate tenuto conto che chi contravviene alle norme governative commette “reato”.
Informazione qualificata?
Dai notiziari tv si apprende tutto ciò che accade in Italia, in Europa, nel mondo riguardo alla pandemia ma, al di fuori degli effetti devastanti che sta provocando il Coronavirus ben poco si conosce di altri “avvenimenti”. È come se tutto si fosse fermato: forse è così.
Dagli schermi televisivi nostrani miriadi di esperti fanno comprendere a tutti la pericolosità del morbo, la necessità delle misure adottate, e, infine, con i bollettini sui contagi, sui pazienti gravi e sui decessi che ogni giorno funestano la vita di centinaia e centinaia di famiglie, che il futuro si presenta incerto. Poi, quasi in contraddizione, c’è il rituale aggiornamento del premier che descrive le “fasi” propedeutiche di un possibile ritorno alla quotidiana “normalità”, e tutti restano in attesa del nebuloso modulo di autocertificazione per la mobilità.
Una data segue a un’altra ed è principalmente dai social che chi si ostina ad andare oltre riesce ad acquisire informazioni “estranee”, e anche da giornali che, in un modo o in un altro, possono considerarsi “fuori dal coro” dell’ufficialità.
Se si vuol sapere, infatti, quale sia la reale situazione che riguarda il flusso dei migranti, si deve avere la possibilità di andarla a cercare nel web. Così da “Analisi Difesa”, per esempio, si può capire come stanno le cose in merito. Su questo giornale online infatti, nell’ultimo Editoriale di Gianandrea Gaiani, si legge: Circa l’opportunità è evidente che accogliere clandestini in una nazione che ha l’intera popolazione “segregata” da un mese e mezzo suona come una beffa a tutti i cittadini. Come dire che gli italiani non possono uscire di casa, se lo fanno vengono sanzionati con multe fino a oltre 500 euro ma qualunque afro-asiatico che abbia pagato trafficanti e bruciato i propri documenti viene accolto e mantenuto su una nave o in hotel (…) La questione dei flussi migratori illeciti nell’emergenza epidemica non dovrebbe essere legata solo alla necessità di garantire la sicurezza sanitaria (il coronavirus in Italia c’è già e sta dilagando anche in Africa) ma anche al dovere di chi governa di usare un minimo di elementare buon senso nei confronti dei cittadini (…) Meglio riflettere attentamente sull’impatto di alcune scelte che rischiano di alimentare nei cittadini il senso di abbandono se non di tradimento (…) Soprattutto se si tiene conto che in molte città già da tempo si sprecano testimonianze e denunce per la presenza di gruppi di afro-asiatici che girano indisturbati a dispetto dei decreti che ci vorrebbero “tutti in casa”.
Dunque: opinioni e fatti.
I mass media qualificati sembrano ignorare queste situazioni che vanno sempre più ad aggravarsi.
Tante altre cose sono assenti dalle pagine dei quotidiani cartacei e dai notiziari tv. In quanti oggi possono interessarsi del “Caso Regeni”? Oppure… a quanti importa venire a conoscenza di ciò che accade in Libia, visto che la guerra non stop non ferma il viavai dei migranti da una sponda all’altra del Mediterraneo? Certo è indiscutibile che il battere e ribattere sulla pandemia in Italia ha dato i suoi frutti: il contenimento del Coronavirus c’è stato, c’è, e forse viene considerato secondario il “danno” psicologico che ha subito e sta subendo la collettività. Questo “danno” dovrebbe essere considerato per quello che è veramente perché le conseguenze si vedranno “dopo”.
Ora quel che in tanti recepiscono è il “caos” che il Coronavirus sta determinando. E in tanti si chiedono quale “Ordine globale” potrà scaturire a conclusione delle tragedie (non solo in vite umane, ma anche economiche) che già si stanno pagando. Quale nuovo inizio può nascere da questo “caos”?