Lamorgese aveva ragione: rischio rivolte. Ma non al Sud, a Torino…

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di Salvo Barbagallo

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Poco più di una settimana addietro (il 10 aprile scorso) il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese aveva lanciato l’allarme con una direttiva inviata ai prefetti: a seguito della situazione derivante dalla pandemia e dalle conseguenti misure di quarantena per contenere il dilagare del Coronavirus, “le manifestazioni di disagio possono verosimilmente avere risvolti anche sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica”.

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Il ministro dell’Interno invitava i prefetti ad intensificare la “prevenzione e il contrasto dei fenomeni criminosi”, sottolineando che “Tale rischio riguarda innanzitutto quelle realtà caratterizzate da un minor sviluppo e da già elevati livelli di disoccupazione, in cui un possibile aggravamento della situazione economica rischia di comportare il ricorso a forme di ‘sostegno’ da parte delle organizzazioni criminali, che in tal modo mirano anche ad accrescere il consenso nei loro confronti (…)”. Riferimento, ovvio, alle organizzazione tipo mafia o camorra, e alle realtà del Sud.

Al momento in cui scriviamo (ore 16.40) la notizia non è apparsa sulle agenzie stampa, ma la pubblica online il quotidiano “Il Giornale” con il titolo a tutta pagina: “Antagonisti assaltano Polizia. La follia nel cuore di Torino”. Nell’articolo di Renato Zuccheri (alle ore 15.40) si legge:

Torino sta diventando una vera e propria bomba a orologeria. In queste ore iniziano a circolare in rete le immagini di quanto avvenuto in viale Giulio Cesare, dove le forze di polizia sono state aggredite in strada da parte degli antagonisti dopo l’intervento di una pattuglia per la denuncia di un furto. Un intervento che ha scatenato il caos. Una cinquantina di antagonisti si è scagliata contro le forze dell’ordine intervenute dopo che a un anziano era stata strappata una collanina d’oro. Subito dopo, come confermato dalla questura del capoluogo piemontese, la pattuglia è stata soccorsa grazie all’intervento dei rinforzi (…) In una Torino deserta in cui gli agenti provano a controllare il rispetto delle ordinanze per la quarantena da coronavirus, i criminali continuano a imperversare cercando di controllare il territorio. Gli antagonisti da tempo hanno iniziato una vera e propria “operazione” di ronde all’interno della città. Ma la presunta lotta alla criminalità in realtà è una sfida per il controllo della zona (…) Qualcuno sta provando a controllare illegittimamente il territorio per permettere traffici illegali. Per questo i poliziotti vengano aggrediti in strada mentre cercano di far rispettare le norme sul coronavirus (…).

Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, dunque, ha visto bene rischi e pericoli nei quali si può incorrere in una situazione d’emergenza come quella che la collettività sta vivendo, anche se la valutazione della latitudine e longitudine dove principalmente questi rischi e pericoli si possono verificare sono state, in un certo senso, “errate”. A conti fatti una “nuova” criminalità pare che si stia affacciando all’orizzonte, una “nuova” criminalità protesa all’occupazione di territori dove, magari, mafia e camorra non sono insediate, oppure organizzazioni che si vogliono “scavalcare” approfittando del tragico momento che si attraversa.

Anche in questo senso, supponiamo, “Qualcosa non torna”…

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