150 milioni di euro. È il valore della confisca definitiva scattata oggi per un imprenditore di Cinisi, Andrea Impastato di 72 anni. Il padre dello stesso imprenditore era già noto esponente mafioso. Il sequestro dei beni oggi definitivamente confiscati fu operato dalla Squadra Mobile di Palermo nel lontano 2008 e consiste in una serie di proprietà immobiliari fra cui il complesso turistico-residenziale “Calamancina” a San Vito Lo Capo nel trapanese, il complesso immobiliare adibito a centro commerciale con un’estensione pari a oltre 50 mila metri quadri in territorio di Carini, una cava tra Carini e Montelepre, due complessi industriali per lo stoccaggio merci e la preparazione di inerti e conglomerati cementizi. Inoltre una quarantina di appezzamenti di terreno tra Terrasini, Cinisi, Carini, Montelepre, Monreale e San Vito Lo Capo. Infine, immancabili, diversi rapporti bancari e finanziari.
Andrea Impastato fu arrestato nel 2002 per associazione a delinquere di stampo mafioso, a lui si arrivò in seguito a un altro arresto agli inizi dello stesso anno, quello di Giuseppe Lipari, uomo vicino al boss Bernardo Provenzano. Dalla perquisizione eseguita a casa di Lipari si rinvenne materiale atto a dimostrare come Impastato fosse uno dei principali referenti di Provenzano, da lì emersero i contatti fra Impastato e l’allora “primula rossa” Bernardo Provenzano oltre ché con il boss Salvatore Lo Piccolo.
Nel 2005 la condanna a 4 anni di reclusione più pene accessorie e il 5 gennaio 2008 il sequestro preventivo del patrimonio che oggi è stato definitivamente confiscato.
Foto di repertorio