“Un uomo profondo e generoso, un artista esplosivo capace di trasmettere la gioia di suonare e la passione per la musica. Sono molto addolorato per la scomparsa di Ezio Bosso un triste giorno per la cultura italiana che perde un grande interprete e compositore, un uomo straordinario che ha fatto della sua vita un messaggio di speranza e di forza”. Con queste parole il ministro per i Beni e le attività culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, saluta Ezio Bosso.
Già, Ezio Bosso, 48 anni è morto. Lo scorso settembre aveva annunciato di non essere più in grado di suonare, precisando di non volersi per questo ritirare. Commoventi come sempre le parole che usò: “Se mi volete bene, smettete di chiedermi di mettermi al pianoforte e suonare. Non sapete la sofferenza che mi provoca questo, perché non posso, ho due dita che non rispondono più bene e non posso dare alla musica abbastanza. E quando saprò di non riuscire più a gestire un’orchestra, smetterò anche di dirigere”.
Si è spento nella sua abitazione a Bologna, dove a causa dell’emergenza coronavirus e delle sue condizioni di salute era rimasto chiuso, senza uscire per cautela.
Ezio Bosso era pianista, direttore d’orchestra e compositore. Dal 2011 purtroppo conviveva con una malattia neurodegenerativa diagnosticata a seguito di un intervento chirurgico per l’asportazione di un tumore al cervello. Commosse l’Italia quando, invitato a Sanremo da Carlo Conti nel 2016, eseguì l’Inno alla Vita.