Operazione record, ricostruita caviglia di una bambina di 9 anni

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Ricostruita con osso omoplastico ed un chiodo allungabile la caviglia di una bambina di 9 anni, affetta da una rarissima forma di sarcoma osseo. “Per la prima volta al mondo”, sottolinea l’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino in una nota. A realizzare l’intervento un’équipe di chirurghi ortopedici della Città della della Salute di Torino e dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. “Grazie all’intervento, la piccola paziente potrà tornare a camminare”, evidenziano i medici.

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La bimba, dopo la diagnosi, “è stata seguita ed ha eseguito chemioterapia presso il reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Regina Margherita, dove ha eseguito la chemioterapia, e nei giorni scorsi – ricorda l’ospedale – è stata sottoposta all’intervento di asportazione del tumore e salvataggio della caviglia con ricostruzione con osso omoplastico da donatore e sintesi con un chiodo allungabile, in modo da permettere la regolare crescita dell’arto senza necessità di ulteriori interventi”.

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La tecnica eseguita rappresenta “una assoluta novità in quanto il chiodo inserito per stabilizzare l’impianto permetterà nei prossimi anni anche la regolare crescita dell’arto permettendo l’allungamento al termine della maturazione scheletrica – precisano gli specialisti – La chirurgia è stata pianificata nei minimi dettagli dalle due équipe di medici ed ingegneri nelle settimane precedenti. Nonostante la pandemia da Covid-19 le cure legate a questo tipo di patologie si sono svolte regolarmente e senza ritardi. La bimba ora sta bene ed è stata appena dimessa”.

Negli ultimi 30 anni si è vissuta la straordinaria evoluzione di nuove tecniche chirurgiche specifiche per lo scheletro infantile, riducendo drasticamente il numero di amputazioni e riuscendo ad applicare nella maggior parte dei casi un approccio conservativo – ricostruttivo, volto a migliorare il recupero funzionale e ad assicurare una migliore qualità di vita ai pazienti e alle famiglie. “Le strategie chirurgiche disponibili sono oggi molteplici, comprendono pianificazioni virtuali della resezione ossea e ricostruzione mediante impianti protesici espandibili, protesi costruite su misura (anche con stampanti 3D), innesti ossei omoplastici provenienti dalle Banche di tessuto muscoloscheletrico e trapianti di osso autoplastico vascolarizzato, mezzi di sintesi originali”, ricordano i medici.

“Tecniche diverse sono frequentemente usate in combinazione tra loro con risultati molto soddisfacenti, ma manca ancora l’esperienza sull’evoluzione a lungo termine degli impianti utilizzati. La chirurgia dei sarcomi ossei pediatrici – suggeriscono gli specialisti – con originali strategie terapeutiche e costanti innovazioni dal punto di vista della tecnica chirurgica, dei dispositivi e dei materiali utilizzati, rappresenta quindi un ambito su cui approfondire la ricerca e favorire la presenza di una rete nazionale dei centri specialistici per trovare le soluzioni ricostruttive più adatte a ogni singolo caso”.

Con questo obiettivo è nato il progetto di Archivio multicentrico sulla chirurgia pediatrica dei tumore ossei con l’approvazione ed il supporto dell’Aieop (Associazione italiana di Ematologia e oncologia pediatrica). !L’Italia è sempre stata all’avanguardia in questo campo, ma mancano vere e proprie Linee guida condivise a livello nazionale e le conoscenze sono comunque limitate data la rarità di queste patologie – sottolinea l’ospedale Città della Salute di Torino – Un archivio informatico che possa raccogliere su base nazionale i dati relativi al trattamento chirurgico di ogni paziente, con tutte le informazioni e caratteristiche del paziente stesso, la diagnosi, l’iter terapeutico, il follow-up e le eventuali ricadute, così da ottenere una visione completa del quadro clinico e monitorare l’evoluzione nel tempo di ciascun caso, rappresenta uno strumento essenziale per capire, oggi e in futuro, qual è la soluzione di cura migliore per ogni nuovo paziente”.

Al progetto hanno finora aderito, insieme alla Città della Salute di Torino ed al Rizzoli di Bologna, il Cto e l’ospedale Mayer di Firenze e l’Istituto Gaetano Pini di Milano. (Adnkronos)

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