Sciopero oggi del personale della scuola con proteste e flash mob in tutta Italia all’insegna di ‘Ripartire insieme. Ripartire in sicurezza’. Due-trecento le persone che hanno manifestato sotto il ministero dell’Istruzione, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale previste dalle norme anti Covid. In piazza le bandiere delle cinque sigle sindacali (Flc Cgil, Cisl scuola, Uil Scuola, Gilda e Snals) cartelloni, qualche fischietto e slogan. Non è mancato poi qualche gesto di ironia legato alle esternazioni della ministra Azzolina e tra i manifestanti è spuntato anche qualche ‘imbuto’ sul capo a ricordare la frase ‘lo studente non è un imbuto da riempire di conoscenze’ oggetto di numerose battute via social.
A Torino in piazza Castello i sindacati di categoria hanno dato vita a un flash mob simulando il tempo necessario per consentire l’ingresso in aula di due classi da 25 alunni ciascuno. “La chiusura prolungata della scuola – hanno sottolineato i sindacati con tanto di cartelli – è una ferita per tutti: in questi mesi insegnanti, studenti, personale scolastico, si sono prodigati con dedizione e passione per mantenere viva la relazione tra scuole e alunni ma la didattica distanza esclude chi non ha mezzi, la facoltà o il supporto in casa per seguirla. Questo è il motivo per cui la scuola deve riaprire quanto prima nelle condizioni che consentano di rispettare appieno tutte le disposizioni per la tutela della salute e la sicurezza con personale adeguatamente formato stabile e trattato con equità”.
In particolare, il mondo della scuola in piazza ha chiesto allo Stato di garantire il diritto allo studio, stabilità al personale e risorse certe per un’edilizia scolastica efficiente, classi poco numerose, materiale igienico sanitario e Dpi.
“Il governo non sottovaluti la protesta forte e legittima di oggi del mondo della scuola. Apra subito un confronto serio con i sindacati per garantire la riapertura in assoluta sicurezza delle scuole, rafforzando le assunzioni ed investendo più risorse. Il futuro del Paese dipende dalla nostra scuola” ha scritto su Twitter la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan.
“Vogliamo accendere i riflettori sull’emergenza scuola e la necessaria riapertura. Dall’ultimo incontro con Conte è emerso chiaramente che non c’è alcun piano per il ritorno sui banchi” è il commento all’Adnkronos di Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil, che in occasione dello sciopero ha lanciato l’allarme: “Ad oggi non c’è strategia per il ritorno a settembre”.
“Il plexiglas è una toppa perché non hanno previsto risorse adeguate – denuncia il sindacalista – Noi vogliamo tornare in presenza. Per farlo la prima cosa è identificare spazi, personale e garantire più investimenti perché gli stanziamenti non sono congrui ed i comuni hanno detto chiaramente di avere bisogno di più risorse”. Sinopoli conclude: “Adesso invece scopriamo che la riduzione degli alunni per classe non è più l’obiettivo. Che ci sono i plexiglas. E’ davvero sconcertante. Nessuno dica che così se la cavano scuole e comuni”.
“La DaD è stata un’esperienza di emergenza, ora basta. E’ stata sconfitta dalla realtà, da docenti, famiglie, politici di maggioranza e opposizione. Resta solo qualche ‘giapponese’ fautore della mutazione genetica della scuola” afferma il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, ricordando che “la Uil Scuola, in tempi non sospetti, anche fuori da un coro ideologico di avanguardie della pseudo innovazione, aveva messo in guardia dall’uso esclusivo dello strumento digitale e rappresentato i limiti di un uso delle nuove tecnologie. Oggi, l’esperienza ha confermato come questo elemento sia complementare e mai sostitutivo di quella in presenza”.
“Siamo stufi di parole e confusione, vogliamo tornare a scuola in sicurezza. La giornata di oggi è un forte segnale politico in nome della sicurezza” commenta all’Adnkronos Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti.
“Sono note a tutti le condizioni di estrema difficoltà che hanno caratterizzato gli ultimi tre mesi di attività scolastica e che stanno segnando anche la conclusione di questo anomalo e faticoso anno – afferma Di Meglio – e non abbiamo di certo assunto a cuor leggero la decisione di astenerci oggi dal servizio. Chiamando tutta la nostra categoria alla mobilitazione, intendiamo lanciare un segnale politico forte per ribadire ancora una volta a gran voce che la ripresa delle lezioni in presenza a settembre non potrà prescindere da condizioni di assoluta sicurezza per le quali occorrono risorse da investire ben superiori rispetto a quelle attualmente disponibili, sia dal punto di vista economico che da quello del personale. Basta considerare che per garantire il distanziamento sociale negli spazi al momento fruibili serviranno circa 150mila insegnanti in più. In ballo non ci sono soltanto le condizioni di lavoro dei docenti – sottolinea Di Meglio – ma anche il diritto all’istruzione degli studenti sancito dalla Costituzione”.
Tante le manifestazioni che, nel pieno rispetto delle misure di sicurezza imposte dall’emergenza sanitaria, hanno scandito questa giornata di sciopero in tutta Italia. E numerosi sono anche gli insegnanti che, non essendo in servizio oggi, hanno raccolto l’appello dei sindacati e stanno donando alla Protezione Civile l’importo della giornata di adesione allo sciopero. “Un gesto di solidarietà – conclude Di Meglio – che dimostra il senso di responsabilità e di comunità che anima la nostra categoria professionale”.