“Il centro di accoglienza non è adeguatamente protetto, troppo pochi i rappresentanti delle forze dell’ordine a tutela. Intanto noi sindaci, e nel caso specifico il sottoscritto, diventiamo ogni giorno di più bersaglio di invettive da parte dei cittadini che dovrebbero sentirsi protetti e sicuri. Una sicurezza che invece nella mia città non si percepisce più. Dando spazio a derive intolleranti e razziste”: è il grido d’allarme lanciato dal sindaco di Caltanissetta Roberto Gambino alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese nella lettera d’aiuto inviata al capo del Viminale dopo la fuga dal Cara di Pian del Lago di quasi duecento migranti, molti dei quali sono stati rintracciati dopo poche ore.
“Gentilissima Signora Ministro – scrive Gambino nella lettera a Lamorgese che l’Adnkronos ha potuto visionare -Sento la necessità drammaticamente impellente di segnalarle la difficile situazione che sta vivendo la mia città”. E spiega: “Caltanissetta ospita il centro di accoglienza per i migranti Cara, dal quale sono scappati più di 184 ospiti in quarantena in una sola notte. Raggiungendo in poche ore numerose zone residenziali vicine alla città. Comportando un enorme lavoro di ricerca da parte delle forze dell’ordine e la condizione di panico nella quale sono piombati i cittadini”.
Poi il sindaco di Caltanissetta Gambino ribadisce: “Noi sindaci siamo colpevolizzati per gli effetti di decisioni e responsabilità che non ci competono e che non ricadono nelle prerogative del nostro mandato – scrive alla ministra – Le chiedo pertanto di disporre immediatamente il blocco di ogni trasferimento dei migranti a Caltanissetta fino a che non sarà possibile assicurare il controllo efficace degli stessi all’interno della struttura ed aggiungo inoltre la richiesta indifferibile di evacuare il centro di Pian del Lago troppo affollato oramai, di cui deve essere ripristinata quanto prima la funzione originaria, ovvero quella di accogliere soltanto i richiedenti asilo”.
Per Roberto Gambino “l’obiettivo primario deve essere la sicurezza e la tranquillità dei cittadini unica condizione che può sostenere politiche di reale e capillare integrazione”. E conclude: “Con tutti sensi della mia stima ed in attesa di un Suo cortese e sollecito riscontro. Le porgo anche a nome dei miei concittadini più cordiali saluti”.
(di Elvira Terranova – AdnKronos)