Arrestate 8 persone dal nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano per associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale aggravata dal metodo mafioso (art. 416 bis 1 del c.p.) e dalla disponibilità di armi, auto-riciclaggio, intestazione fittizia di beni e valori, bancarotta fraudolenta. Gli arresti sono stati effettuati nell’ambito di un’inchiesta della Dia contro la ‘ndrangheta. Secondo le indagini, il “principale indagato” ha presentato richiesta e ottenuto, per tre delle società “inserite nello schema di frode”, i contributi a fondo perduto previsti per l’emergenza Covid.
Quattro persone sono finite in carcere e quattro agli arresti domiciliari. Misure cautelari hanno riguardano beni mobili, complessi aziendali e disponibilità finanziarie fino a 7,5 milioni di euro. I provvedimenti rappresentano l’epilogo di una complessa indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia della procura di Milano, che ha consentito di sgominare un “sodalizio criminale – fa sapere in una nota il procuratore Francesco Greco – composto da più soggetti alcuni dei quali contigui al clan Greco di San Mauro Marchesato” che costituisce “una ‘ndrina distaccata del locale di ‘ndrangheta di Cutro (Crotone), operante anche sul territorio lombardo”.
Dalle indagini, fa sapere la nota del procuratore, è emersa una “complessa frode all’Iva nel settore del commercio di acciaio, attuata avvalendosi di una fitta rete di società ‘cartiere’ e ‘filtro’, formalmente rappresentate da prestanomi”.
È emersa anche “l’esistenza di diverse imprese, italiane ed estere, apparentemente prive di reciproci legami societari, utilizzate per il compimento di una imponente frode Iva, realizzata mediante l’emissione di l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, costituendo fittiziamente il plafond Iva previsto per i cosiddetti ‘esportatori abituali’, manipolando artificiosamente le liquidazioni periodiche dell’imposta sul valore aggiunto”. (Adnkronos)