Arriva il dpcm “dei Defunti”

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di Luigi Asero

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Secondo quanto appreso dall’agenzia AdnKronos con l’ormai consueto obbiettivo di frenare la corsa del Covid-19 il premier Giuseppe Conte avrebbe quasi in dirittura d’arrivo un nuovo, ennesimo visto che siamo ormai alla media di uno ogni 4 giorni quasi) dpcm. Si è da poco conclusa infatti la riunione urgente con i capidelegazione della maggioranza, domani un nuovo incontro.

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Lunedì il premier dovrebbe riferire in Parlamento mentre domani l’agenda sarà fitta di incontri. Ai ministri Boccia (Autonomie) e Speranza (Salute) il compito di incontrare i presidenti di Regione.

Secondo l’AdnKronos quindi il “nuovo Dpcm dovrebbe essere varato, quindi, nella giornata di lunedì, mentre il Cts in corso sta riaggiornando l’elenco dei territori considerati più a rischio rispetto ai quali dovranno essere valutate nelle prossime ora misure più restrittive. Sembra inoltre prendere forza la possibilità di fermare gli spostamenti tra regioni, fatti salvi motivi di lavoro, salute e urgenza. Possibilità caldeggiata dal ministro della Giustizia e capodelegazione M5S, Alfonso Bonafede”.

La frequenza di emissione di questi decreti, ricordiamo che quello appena entrato in vigore doveva esser valido fino al 14 novembre, non sta facendo altro che generare nella popolazione un misto tra panico e rabbia e la totale inefficacia -evidentemente- dei provvedimenti emessi fa scendere sempre più la fiducia dei cittadini nei confronti non solo delle autorità politiche, ma ormai anche nei confronti delle autorità e delle istituzioni sanitarie.

Che la curva dei contagi fosse destinata a crescere, soprattutto visto il numero incredibile di tamponi e di test sierologici che giornalmente si stanno processando, era cosa nota. Ricordiamo infatti che malgrado numeri abnormi buona parte dei soggetti rilevati “positivi” al Covid-19 sono asintomatici. Non si discute qui sulla pericolosità del virus, i numeri dei morti continuano infatti impietosamente a salire (oggi 297), si discute però l’opportunità di variare le norme in corso per la terza volta di seguito senza attendere gli effetti del dpcm precedente. È a tutti gli effetti ormai una guerra di nervi. Del virus contro il Comitato Tecnico Scientifico e il Governo, del Governo contro i cittadini che ormai sentono di perdere ogni punto di riferimento. Così mentre qualcuno si preoccupa -scioccamente- dei bagordi natalizi (il Natale è festa religiosa non profana), qualcun altro si preoccupa -più giustamente- del futuro, non solo prossimo ma anche in riferimento all’anno che verrà. Se il 2020 è stato finora un pessimo anno, l’incertezza assoluta fa già comprendere come il 2021 potrà essere orribile.

La politica ha l’ingrato compito di “mediare” queste posizioni e restituire un po’ di serenità, ma il compito non sembra essere adatto a chi (in maggioranza come all’opposizione) non ne è -parrebbe- all’altezza. E forse per questo, il nuovo dpcm, sarà presentato il 2 novembre, ricorrenza dei Defunti.

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