di Salvo Barbagallo
Stupore e preoccupazione per il possibile lockdown che potrà essere stabilito dal Governo prima delle festività di Natale. Comprensibile la preoccupazione, non certo lo “stupore”: già prospettata da mesi la “possibilità” di una nuova “chiusura” a fine autunno, e l’applicazione di ulteriori misure restrittive. Il Coronavirus non era stato sconfitto in estate solo perché erano diminuiti i contagi e il numero dei decessi. La meraviglia dovrebbe riguardare altri aspetti che riguardano la Pandemia: cioè come è stata affrontata sin dall’inizio, e come viene e verrà affrontato dai “governanti” il Paese il “previsto” secondo attacco del virus, dal momento che gli scienziati si erano espressi in maniera chiara.
La gravità della situazione è apparsa fin troppo evidente anche ai più sprovveduti, chi ancora continua a ritenere che il morbo sia una “malattia” passeggera, a nostro avviso, è fuori dalla realtà, ma a mantenere questo “stato” di convinzione di certo hanno contribuito le reticenze “politiche”, le ambiguità delle informazioni fornite, l’assenza di approfondimenti sulla vera origine e sulla vera natura del Coronavirus, gli intrallazzi che si sono susseguiti (mascherine, banchi a rotelle per le scuole, eccetera) e che hanno e stanno costellando la tragica vicenda, le conflittualità tra Governo centrale e Governo delle Regioni, la mancanza di un “piano” di “emergenza” condiviso da un capo all’altro del Paese, la “diversità” nell’applicazione delle normative restrittive (Italiani che “devono” giustamente obbedire alla “regole”, stranieri “irregolari” sbarcati a migliaia in Sicilia, che poi scorazzano incontrollati a loro piacimento sull’intero territorio nazionale).
È stato detto che sono stati spesi milioni e milioni euro per “sistemare” le strutture sanitarie del Paese “anche” in previsione della seconda ondata di Covid, ma già “queste” strutture potenziate sembrano non essere adeguate. Qualcosa non quadra?
Qualcosa non quadra: l’inizio della Pandemia in Italia mostrò l’insufficienza sanitaria nelle Case di cura che determinò un enorme numero di vittime. Si è attribuito alla sconsiderata movida dei giovani il diffondersi del contagio, ed è probabile che sia così. Ora nel mirino c’è la “famiglia” e la “casa”. Una sequenza del diffondersi del virus che sarebbe utile venisse spiegata “scientificamente”: e sì, il cittadino “comune” ora chiede spiegazioni. Spiegazioni che, ovviamente, nessuno fornisce e che favorisce il consolidarsi dell’idea che questo Coronavirus abbia una sua intelligenza e che segua una sua strategia offensiva.
il ministero della Salute ieri ha reso noto il numero dei contagiati (7332) e il numero delle vittime (43). 36.289 decessi dall’inizio dell’emergenza non son pochi, considerano che allo stato attuale sono 539 i pazienti ricoverati in terapia intensiva. Visto l’aumento dei casi, in molti tra i virologi cominciano a prospettare un possibile nuovo lockdown a dicembre. Un’ipotesi che non viene scartata dal premier Giuseppe Conte, secondo il quale “molto dipenderà dal comportamento di tutta la comunità nazionale”. Il premier al comando della partita dichiara: “Continua questa curva che sta lentamente ma progressivamente crescendo, è la ragione per cui abbiamo adottato misure più restrittive: non ci ha fatto affatto piacere ma dobbiamo adesso rispettare le regole più restrittive. C’è il nuovo innalzamento ma c’è anche un record di tamponi ma è chiaro che non può non preoccupare e non spingerci a rispettare tutte le regole”.
Bene o male, le “regole” gli Italiani le rispettano, ma non è certo con gli inviti alla “responsabilità” della collettività e scaricando sulla collettività le responsabilità dei fallimenti, che può essere superato il momento critico. La “caccia” all’italiano senza mascherina con esercito, carabinieri, polizia (eccetera), e le misure restrittive nelle famiglie serve poco, là dove lo straniero irregolare non viene minimamente attenzionato, e mentre si lascia spazio libero agli approdi di individui che non fuggono da fame o guerre.
Conte afferma “È una partita dove vinciamo tutti, altrimenti perdiamo tutti”. Anche i “sensi unici” possono incrementare le difficoltà.