Di Salvo Barbagallo
Dispiace dirlo, dispiace chiederlo: quale credibilità ha oggi il Governo del Paese Italia? La risposta non si può attendere dai sondaggi dai risultati dei quali tutto procede bene. Se si guarda allo stato delle cose, con la Pandemia che spadroneggia, con gli ospedali che si indicano già in crisi per il crescente numero dei contagi e il numero delle vittime che ha ricominciato a salire pericolosamente, con possibili lockdown in arrivo, quel “tutto procede bene” sembra una nota stonata. Certo l’informazione attuale così come viene ammannita quotidianamente dai mass media ufficiali e accreditati, riporta quasi esclusivamente notizie sul Covid 19, ovviamente non solo in riferimento all’Italia. La collettività nazionale è soggiogata dai continui messaggi che le pervengono sull’espandersi e sulle conseguenze che provoca il Coronavirus: è come se in Italia e nel resto nel mondo non accadesse altro. La realtà è spezzata da “qualche” episodio criminale, che tutto sommato desta poco interesse, le problematiche di più ampio respiro restano ignorate.
Pur tuttavia si verificano ancora “fatti” che, in un certo senso, esulano dalla drammaticità del momento Covid ma che, gira e rigira, al momento critico possono essere collegati: è il caso dei “porti aperti” e alle “spiagge libere” che accolgono in gran numero i migranti, che approdano in Sicilia, i cui sbarchi non stop non fanno più notizia, avendo il Governo provveduto in merito. Quanto, poi, accade sul territorio in riferimento ai “comportamenti” dei migranti è un discorso che al Governo importa poco, così come poca attenzione viene riservata alle proteste dei cittadini “italiani” che denunciano le “irregolarità” di quei comportamenti.
Se si dovesse mettere sul tappeto la questione dei 18 pescatori di Mazaro del Vallo sequestrati dai libici di Haftar, ecco che Luigi Di Maio entra a gambe tese con le sue dichiarazioni chiarificatrici: “Il governo sta lavorando notte e giorno per riportarli a casa”, ma “la strumentalizzazione di questa vicenda che stanno facendo alcune forze politiche e soggetti che in passato hanno anche ricoperto incarichi di governo è desolante. Alzare i toni, speculando sull’angoscia, legittima, delle famiglie dei nostri pescatori, rischia di complicare il lavoro che stanno portando avanti i nostri professionisti…”. Ci perdoni l’attuale ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio: riteniamo “facile” il suo parlare da ministro, ma è difficile credere che “Il governo sta lavorando notte e giorno per riportarli a casa” i nostri 18 pescatori. Un Governo Italiano che ha offerto appoggio totale a chi governa ufficialmente la Libia – cioè Fayez al Sarraj – in opposizione a quello ritenuto illegittimo di Haftar, quale credibilità interlocutrice può avere? Forse potrebbe avere più chances l’attuale Governatore della Regione Siciliana, Nello Musumeci se si sforzasse di applicare gli strumenti che lo Statuto Speciale gli mette a disposizione. Quegli strumenti che nel giugno del 1988 utilizzò il presidente Rino Nicolosi quando andò a discutere direttamente con Muhammar Gheddafi il rilascio di altri pescatori sequestrati, ottenendone l’immediata scarcerazione. Allora l’iniziativa di Nicolosi suscitò una bagarre nel Parlamento nazionale: il deputato repubblicano Guglielmo Castagnetti rivolse una dura interrogazione al ministro degli Esteri Andreotti, chiedendogli se il viaggio in Libia di Nicolosi fosse da intendersi come facente parte della strategia governativa o fosse stata portata avanti senza la necessaria preventiva intesa col Governo. Quell’iniziativa autonoma costò la carriera politica a Rino Nicolosi. Forse il Governatore Nello Musumeci ha appreso quella lezione e preferisce stare in sintonia con il premier Conte e non correre rischi.
E i pescatori di Mazara del Vallo? Sono nelle mani dell’attuale ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio…