Di Salvo Barbagallo
Ben strana l’informazione “ufficiale” in Italia, l’informazione dei mass media (cartacei o televisivi) etichettata “nazionale” forse per la grande potenza d’urto che indubbiamente ha sul “sociale”. Si diffondono notizie (anche con dibattiti e quant’altro, che vedono alla ribalta personaggi illustri, spesso sconosciuti ai più) che hanno argomento principale la diffusione del Coronavirus, riportando puntualmente “bollettini di guerra” con il numero delle vittime, esaltando la capacità dei controlli istituzionali (leggi, tamponi) sull’intero territorio e sulla carenza dei posti letto per accogliere i pazienti in gravi condizioni. Marginalmente appaiono pure le notizie su arresti di varia natura, sugli omicidi che possono colpire la sensibilità delle persone. Negli ultimi tempi è scemato un altro interesse primario per i mass media, quello per le elezioni negli Stati Uniti tutto rivolto ad un incondizionato “appoggio” al candidato Biden, e di conseguenza sono calati i continui e micidiali attacchi a Trump, considerato ormai un “ex”. Poi l’attenzione si è appuntata, a diverso livello, sulla Calabria per la nomina del Commissario alla Sanità, e – volente o nolente – si è registrata l’inadeguatezza da parte del Governo per i “nomi” scelti. Poi…
Poi nessuna notizia, né sollecitazione/denuncia sul destino dei 18 pescatori di Mazzara del Vallo che, loro malgrado, hanno come residenza stabile, da quasi tre mesi, le carceri libiche.
Poi…poco o nulla sui cosiddetti migranti che continuano ad approdare a Lampedusa e sulla situazione drammatica che vive la collettività di quell’isola “Siciliana”, o, tantomeno, dei continui sbarchi “clandestini” sulle spiagge dell’Agrigentino, nell’isola Sicilia. I morti in mare per i barconi che affondano raccapricciano, ma per poco tempo: già si è costretti a piangere quotidianamente le vittime “italiane” da Coronavirus per potere pensare ad altro.
Non tutti i migranti sono “eguali”: ci sono quelli che finiscono in fondo al mare e quelli che tranquillamente giungono senza problemi nelle rive siciliane. Quelli che partono dalla Libia, Paese “non Sicuro”, e quelli che si imbarcano in Tunisia.
Salvare i naufraghi è un dovere, e non bisogna mai dimenticarlo.
Sì, sono ancora molti i disperati che fuggono da guerre e dalla fame: appunto quelli che partano dalla Libia nel tentativo di raggiungere la Sicilia. Sì, molti di quei disperati vengono imbarcati su gommoni insicuri da trafficanti senza scrupoli: si dirigono verso le coste della Sicilia ma a volte non le raggiungono: il mare spesso è malvagio e spegne le loro speranze. Ai trafficanti di esseri umani importa poco: il loro guadagno è assicurato, così come “assicurata” hanno la loro attività che nessun Governo, da una sponda all’altra del Mediterraneo riesce o non vuole stroncare.
Poi… poi c’è l’altra tipologia di migranti: quella che giunge indisturbata nelle aree siciliane e viene accolta a braccia aperte.
Poi… c’è pure l’altra tipologia di migranti: quella – come già detto – che approda nelle incontrollabili spiagge della punta estrema della Sicilia.
Ieri (17 novembre) il deputato di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli, questore della Camera e componente della commissione Affari esteri, ha dichiarato: “I dati forniti, questa mattina, dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese sull’aumento dei flussi migratori dall’inizio dell’anno con 32 mila arrivi, di cui oltre 12 mila tunisini, confermano che bisognerebbe aprire un’indagine per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, atteso che in Tunisia non c’è alcuna guerra. E’ vergognoso non sanzionare il governo tunisino che consente e non blocca tale fenomeno, nonostante sia beneficiario di abbondanti finanziamenti italiani che continua a ricevere da anni (…) Per colpa delle politiche scellerate della maggioranza Pd-M5S, infatti, siamo indifesi al terrorismo, alla microcriminalità e anche al Covid-19, visto che un’alta percentuale di tunisini che arrivano in Italia risultano contagiati dal virus”. Da apprezzare l’intervento di Cirielli, ma è come scoprire l’acqua calda.
C’è da considerare, intanto, che i “numeri” sul numero dei migranti presentati dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese sarebbero tutti da verificare: con quale criterio, infatti, è stato calcolato il numero degli individui che, “sbarcati” clandestinamente, si sono dispersi sull’intero territorio nazionale? Timori che fra costoro ci fossero terroristi? Timori fondati, come i recenti attentati a Nizza e a Vienna hanno dimostrato. La circostanza che l’attuale Governo prenda in scarsa considerazione questa “eventualità” ha fatto avanzare anche l’ipotesi che per l’Italia sia in vigore una sorta di “Lodo Moro”: ma le “ipotesi” non dimostrate non hanno alcun valore.
Più concreto guardare ai fatti: la maggior parte dei migranti che giungono in Sicilia non sono persone denutrite o terrorizzate: sono giovani, aitanti, con abbigliamento alla moda, con i capelli ben rasati (ovviamente, alla moda), provvisti di cellulare e di carte da credito. Giovani, belli e aitanti, non vecchi e anziani.
Allora non “ipotesi”, ma “considerazioni” con “interrogativo”: in una “Italia” che sta combattendo il Coronavirus, in una “Italia governtiva” che –a p e r t a m e n t e – vuole “isolare” anziani e vecchi, considerandoli “improduttivi”, c’è qualcuno che intende procedere ad una “sostituzione” sociale?
Per non parlare di ciò che stanno provocando tanti e tanti migranti nelle città “italiane”: non soggetti a controlli e a critiche neanche nelle “zone” considerate “rosse”…