Covid e Natale, il vescovo: “Raccomandazione Ue su Messa è inaccettabile”

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Evitare la liturgia eucaristica natalizia per scongiurare assembramenti nel corso dell’epidemia da Covid. Alla raccomandazione della Commissione europea risponde il vescovo di Reggio Emilia Massimo Camisasca, che, in un’intervista alla Nazione, afferma: “Quanto dichiarato inizialmente dalla Commissione mi ha molto stupito, l’Europa non ha alcuna competenza per raccomandare alle Chiese la sospensione della messa di Natale. Sarebbe un’incursione inaccettabile nella sfera religiosa. Non riesco più a capire in che direzione stia andando la laicità dello Stato. Da tempo è in atto un progetto culturale per marginalizzare la fede”. E aggiunge di pensare che “la fede non si esaurisce nel solo rapporto fra il singolo e Dio. Essa ha in sé un valore sociale, aggregativo, creatore di carità e speranza. E questo è un bene che ogni autorità civile dovrebbe avere a cuore e proteggere”.

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“I fenomeni storici mutano nel tempo – prosegue il fondatore della Fraternità sacerdotale dei missionari di San Carlo Borromeo, ramo clericale di Comunione e liberazione -, anche se presentano una qualche continuità. La marginalizzazione della fede della fine del ‘700 fu anche una reazione alle guerre di religione che avevano insanguinato l’Europa. Oggi, più che una rivoluzione armata, ne è in corso una culturale che tende a ridurre la fede all’opinione di singoli un po’ fuori dal mondo. Dio è diventato irrilevante nella storia dell’Europa e questo non mi pare che abbia fatto bene alla nostra società. Non dimentichiamo che la Commissione europea è l’erede del lavoro di De Gasperi, Adenauer e Schuman che hanno unificato il Vecchio Continente partendo dalla tradizione ebraico-cristiana per evitare nuovi conflitti fra i popoli”.

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L’Europa è ancora cristiana? “No, penso che non lo sia più – risponde Camisasca -, ma resta il fatto che è ancora fortemente intrisa di cristianesimo. Resto convinto che l’Europa o fa pace con la sua storia, non solo cristiana, ma anche giudaica e illuminista, oppure è destinata a fallire. Ha un’identità plurale. Smarrire la sua componente cristiana le preclude il futuro. La Chiesa, come qualsiasi realtà che si muove nel contesto sociale e civile è tenuta a prestare la massima attenzione alle norme di sicurezza. Proprio per averle seguite le nostre celebrazioni sono luoghi sicuri. Come dico con una battuta ai fedeli: ‘Se uno non vuol prendere il Covid, venga in chiesa’. Tra distanziamento sociale, ingressi contingentati e igiene, le chiese sono luoghi sicurissimi. Ogni domenica e anche a Natale”.

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